passaportoLa Polizia di Stato, Squadra Mobile delle Questure di Campobasso, Modena e Reggio Emilia, ha effettuato attività d’indagine che ha portato alla scoperta di un gruppo associativo organizzato, finalizzato alla predisposizione di false certificazioni idonee a determinare, in favore di cittadini extracomunitari, il rilascio di permessi di soggiorno nel territorio nazionale.

Nella giornata odierna, è stata completata l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare (quattro in carcere – due agli arresti domiciliari), emesse dal Gip presso il Tribunale di Larino in data 21.07.2009. L’imputazione per tutti è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla permanenza illegale e falsi materiali di atti pubblici.

L’attività di indagine ha tratto spunto dall’esame di un cospicuo numero di pratiche, pervenute alla Questura di Campobasso, e che risultavano in maggioranza inoltrate dall’ Ufficio Postale di Montecchio Emilia (RE).

L’attività investigativa ha consentito di denunciare all’A.G. 41 soggetti (11 italiani il resto stranieri), attività per la quale l’A.G. procedente delegava l’esecuzione di perquisizioni, eseguite nelle province di Campobasso, Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia in collaborazione con le Squadre Mobili delle rispettive Questure.

L’esito delle perquisizioni permetteva di documentare che il gruppo malavitoso operava attraverso l’esistenza di una fittizia società, denominata “San Giorgio”, con sede in Carpi (MO), e si avvaleva della struttura operativa di altra società cooperativa denominata “La Corona”, con sede in Modena. Nel corso della perquisizione locale, eseguita presso la citata sede, si accertava che la struttura era utilizzata come vera e propria stamperia di false documentazioni, utilizzate per produrre documentazione utile all’ottenimento di titoli di soggiorno in favore di cittadini extracomunitari in stato di clandestinità.

Nel corso dell’ulteriore attività investigativa si perveniva alla identificazione di personale dipendente delle Poste Italiane di Reggio Emilia e di Montecchio Emilia, che inoltrava i kit postali contenenti false documentazioni alla Questura di Campobasso, rappresentando che i due venivano sorpresi nella flagranza da personale operante proprio nell’atto di inoltrare kit macroscopicamente irricevibili diretti alla Questura di Campobasso.

L’attività svolta permetteva all’A.G. procedente di promuovere richiesta di idonee misure cautelari a carico dei prevenuti, pienamente recepita dal GIP del Tribunale di Larino, che ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere e due di arresti domiciliari, nei confronti di:

– G.P.A., amministratore della fittizia società coop. San Giorgio, capo organizzatore e promotore dell’associazione;

– L. G., gestore e coordinatore della società coop. “La Corona” con sede in Modena;

– L. L., figlia di L.G., impiegata di fatto della società coop ”LA Corona”, operava sotto le direttive di suo padre e di G.P.A.;

– P. A., dipendente delle Poste Italiane di Reggio Emilia che si rendeva disponibile per depositare ed inoltrare le pratiche di soggiorno tramite ufficio postale;

– C.M., funzionario dell’Ufficio Postale Montecchio Emilia che riceveva omettendo dolosamente i necessari controlli per l’inoltro pratiche di soggiorno dirette a Campobasso.

– B.L., socia della Novimpresa s.r.l. in liquidazione dal 2001 ed amministratore della Omnicom srl in fallimento , svolgeva attività operativa all’interno della sede della società coop. “La Corona”.

L’attività delittuosa può essere sintetizzata nei seguenti termini, sintomatici di quello che potrebbe essere considerato un modus operandi ampiamente collaudato e ripetibile.

Il primo passaggio è costituito dalle dichiarazioni rese da datori di lavoro italiani che attestano, falsamente e dietro remunerazione, di voler assumere cittadini extracomuniari. Spesso le aziende che dichiarano l’intento di assumere sono del tutto inesistenti o i titolari irreperibili. Sulla base di tali presupposti le Prefetture competenti rilasciano i nulla osta al lavoro subordinato in Italia, che inviati telematicamente ai consolati e ritirati in originale dai datori di lavoro, consentono il “legittimo” rilascio del visto di ingresso.

Entrati “regolarmente” nel territorio nazionale, i soggetti non si presentano presso la Prefettura competente per la sottoscrizione del contratto di soggiorno (tra datore e lavoratore) né si presentano presso le Questure per i rilievi dattiloscopici. Rimangono sul territorio nazionale in condizioni di clandestinità.

Nei casi scoperti l’attività delittuosa è proseguita con il confezionamento di falsi materiali che riproducono il contratto di soggiorno che avrebbero dovuto firmare nelle Prefettura competenti nonché tutta l’ulteriore documentazione da presentare alle poste per l’inoltro alle Questure ai fini del rilascio del permesso di soggiorno.

Il tutto riceveva il “sigillo” finale da parte di due dipendenti dell’ufficio postale di Reggio Emilia e Montecchio Emilia che omettevano dolosamente, dietro compenso, i controlli specificatamente previsti circa i requisiti per la ricezione delle pratiche, consegnando così la ricevuta di assicurata con logo olografico che viene esibita dagli stranieri in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine.

In totale sono state evidenziate le posizioni irregolari di 50 stranieri solo per la Questura di Campobasso, analogo numero può considerarsi per le altre numerose provincie. E’ tuttora in corso l’analisi del materiale in sequestro ad esito della quale potrà quantificarsi con precisione il numero di irregolari presenti sul territorio e l’elencazione esatta delle Questure presso le quali è stata inviata la documentazione falsa: comunque trattasi di svariate centinaia.

I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti in collaborazione con le Squadre Mobili delle Questure di Modena e di Reggio Emilia nei giorni del 24-25-26-27 c.m., province di residenza degli indagati destinatari delle misure cautelari.