pdlL’Onorevole Avvocato Isabella Bertolini, della Direzione Nazionale del Pdl e Coordinatore provinciale di Modena ed Enrico Aimi, Consigliere Regionale e Coordinatore Vicario del PdL a Modena a commento della sentenza del TAR del Lazio che estromette i professori di Religione dal giudizio finale sull’alunno.

“Non riconoscere agli studenti che hanno partecipato all’ora di religione di essere giudicati dai propri professori è profondamente ingiusto. Siamo di fronte ad un’inaccettabile discriminazione nei confronti sia dei docenti, che insegnano la religione cattolica, sia degli studenti che la frequentano. E’ giusto che l’ora di religione non sia obbligatoria. Come è giusto che chi decide di non prendervi parte non debba subire alcuna discriminazione. Ma quello che appare incredibile è che, alla luce della sentenza del Tar, gli unici ad essere veramente ghettizzati sono quelli che hanno liberamente deciso di partecipare a quell’insegnamento di religione. Non vorrei a che a monte di questa decisione del Tar ci fosse quel vento anti anticattolico che da troppo tempo spira nel nostro Paese. Sono certa che il Ministro Gelmini saprà far rispettare il valore della laicità che in questo caso è stato calpestato”.

(On.Isabella Bertolini)

 

“Riteniamo inammissibile che di fronte ad un 92 per cento di famiglie italiane che sceglie di avvalersi dell’insegnamento scolastico della religione cattolica, questa non debba rientrare nel computo delle valutazioni sull’alunno. E ciò anche in considerazione del fatto che chi è più danneggiato da questa sentenza è proprio quella maggioranza, troppo spesso silenziosa e accondiscendente, che vorrebbe veder valorizzate tutte le identita’, ciascuna secondo quel peso e quella rilevanza culturale presenti sul proprio territorio. C’è chi vorrebbe invece una laicità prona e senza regole grazie alla quale escludere dall’orizzonte civile, culturale e formativo ogni identita’, senza considerare che così si cade in quella “pace sociale” garantita esclusivamente dall’abolizione delle diversita’ e delle identita’. La decisione del TAR del Lazio, che cancella la presenza dei docenti di religione ed il loro giudizio sugli alunni dagli scrutini finali, è iniqua e da rigettare perché già da parecchio tempo l’ora di religione non è più la materializzazione di scelte confessionali individuali, ma un momento nel quale l’insegnante approfondisce insieme ai ragazzi la conoscenza della cultura religiosa, con buona pace degli irriducibili laicisti e di quanti ritengono oggi superfluo quel momento scolastico settimanale. Non è la prima volta che le decisioni del Tribunale Amministrativo Laziale suscitatano proteste giudicate poi dall’opinione pubblica più che legittime e, proprio per difendere una scelta avallata – pur nella loro diversa appartenenza politica – dagli ultimi due ministri della Pubblica Istruzione, stiamo studiando iniziative di appoggio e sostegno contro l’evidente tentativo, gia’ per altro portato avanti anche nel recente passato, di emarginare l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica italiana. Ciò a maggior ragione, come voce di minoranza in una Regione come l’Emilia Romagna che, avendo fatto del laicismo la propria bandiera, ben poco si adoprerà perché quei crediti scolastici che la sentenza ha cancellato ritornino a fare media anche nel rispetto delle decisioni della commissione paritetica Ministero dell’Istruzione-Cei, che ha deciso all’unanimita’ di passare dalla votazione con gli ‘aggettivi’ (sufficiente, buono ecc…) ai voti numerici. Ciò a salvaguardia anche del nostro fermo convincimento che sia in atto un evidente tentativo di estromettere, a colpi di sentenze e sotto l’insegna di una laicità multiculturale, l’insegnamento della religione dai programmi della scuola pubblica italiana”.

(Enrico Aimi)