ambienteLa Regione Emilia-Romagna rappresenta, per la sua particolare collocazione geografica e la sua varietà morfologica, uno straordinario crocevia di animali, piante e habitat: in una parola, di biodiversità. Attraverso sorprendenti immagini e le parole di 4 testimonial d’eccezione, la Regione ha raccontato la biodiversità del proprio territorio in un documentario che ci porta a riflettere sul suo significato e sulla faticosa convivenza con uno dei territori più urbanizzati ed antropizzati d’Europa.

Ai grandi (e piccoli) appassionati di natura e documentari forse non dispiacerà aggiungere al proprio bagaglio le immagini di un viaggio così interessante e così vicino a casa.

“Io devo fare una confessione, da turista per caso… se ragioniamo di biodiversità, i luoghi a biodiversità massima, di clima, microclima, animali, tradizioni, lingue, cucina… beh, più dell’Italia non esiste niente. In realtà, dietro casa ci sono cose meravigliose…”. Patrizio Roversi, dal documentario “Biodiversità in Emilia-Romagna”.

C’è poi un’altra biodiversità, che apparentemente non ha nulla a che fare con quella scientifica, che parla di altri animali esistenti nella provincia reggiana e in quelle limitrofe, in particolare tra la collina e la pianura. Si tratterebbe di alcune specie estremamente schive, alcune molto pericolose e la maggior parte estinte: non so se avete mai sentito parlare, almeno nelle fiabe e leggende dei nonni, di palpastrighe, anse, angeli della Bassa, galpèdari, gose, foionchi, bosme, draghi, anzlìn, magalassi e sirene di palude, o se li avete mai visti; comunque c’è gente pronta a scommettere che esistano davvero. Forse qualcuno si è estinto, magari perché non si crede più nella sua esistenza, e quindi non esiste più davvero; non è, comunque, così facile avvistarli. Non amano la luce gialla del sole, la luce bianca della luna e specialmente la luce elettrica. Tuttavia, un gran stuolo di studiosi e curiosi è stato attratto da queste strane creature, come ci racconta Giuseppe Pederiali, come Vandi Aldro …nato il 15 luglio 1922 a Modena (dunque aveva trent’anni giusti), residente a Bologna, via Marsili 22. Professione: Naturalista.

«Cosa fa un naturalista?» dimandò la Tina nel restituirgli il documento.

In cuor suo sperò che il forestiero facesse di mestiere lo sguaitapìp, come chiamavano da quelle parti i medici delle donne.

«Studia la natura.»

«Anche quella delle femmine?»

Aldro non era ben sicuro che l’ostessa stesse giocando maliziosamente con le parole. «Natura» non faceva parte dei sinonimi usati nel Modenese, dove si privilegiavano definizioni con riferimenti più robusti e mangerecci, tipo gnocca o ciapèla.

«La mia specialità sono gli animali insoliti.»

«Per esempio?»

«Draghi, bosme, palpastrighe, anzlìn, foionchi…»

«Anche a me piacciono le bestie mica facili da incontrare.»

«Davvero?»

«Questa sera ho preparato le rane fritte. Venerdì, se me lo portano dalla Stellata, cucinerò lo storione…»

«il mio interesse per gli animali insoliti è meno…» Aldro cercò la parola adatta, non la trovò e rimediò con un «…meno pratico. Io sono uno studioso, e mi limito a osservare la presenza, il comportamento, la vita di quelle creature. Mi limito per modo di dire, in quanto è così raro incontrarle che ogni vaga apparizione costituisce un avvenimento.»

Due visioni, apparentemente opposte, per cercare una lettura curiosa della biodiversità nel nostro territorio. Alle immagini del documentario realizzato dalla Regione, Biodiversità in Emilia-Romagna, si avvicendano i racconti di Giuseppe Pederiali, che descrivono una natura senza netta separazione tra verità e fantasia, filtrata dalla tradizione popolare, fatta di animali sospesi tra leggenda e realtà, come palpastrighe, angeli della Bassa, galpèdari, foionchi, anzlìn, magalassi, sirene di palude…

Parteciperanno:

Roberto Ferrari, Assessore alla Pianificazione, Cultura, Paesaggio e Ambiente della Provincia di Reggio Emilia.

Lino Zanichelli, Assessore all’Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna.

Giuseppe Pederiali, nato a Finale Emilia, nella Bassa modenese, vive a Milano. Narratore per adulti e per ragazzi ha pubblicato diversi romanzi tra cui: Le città del diluvio (Rusconi 1978), Il tesoro del Bigatto (Rusconi 1980), La compagnia della Selva Bella (Bompiani 1983), Stella di Piazza Giudìa (Giunti 1995), Emiliana (Giunti 1997), L’amica italiana (Mondadori 1997). Presso Garzanti ha pubblicato i racconti L’Osteria della Fola (2002) e la nuova edizione del romanzo Marinai (2003). Sempre con Garzanti ha pubblicato nel 2003 il romanzo giallo Camilla nella nebbia, cui sono seguiti Camilla e i vizi apparenti (2004), Camilla e il Grande Fratello (2005) e Il paese delle amanti giocose (2006). È del gennaio 2008 il romanzo Il sogno del maratoneta, ispirato alla vita di Dorando Pietri. Sotto il titolo Padania felix, ha raccolto saggi e interventi giornalistici. È tradotto in Germania, Inghilterra, Russia, Francia e Giappone.