calendario_4Al via la terza edizione del festival UN PO organizzato dalla Biennale del Paesaggio della Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con i Comuni di Boretto, Gualtieri e Guastalla che da sabato 17 a domenica 25 ottobre porterà grande musica, incontri con scrittori in navigazione sul fiume Po, spettacoli teatrali e narrazioni per bambini all’insegna delle evocazioni letterarie care al mondo di Antonio Ligabue. La cultura del “Grande fiume” sarà, quindi, la protagonista di suggestioni letterarie ed artistiche di grande portata per una serie di appuntamenti calati in quest’atmosfera coinvolgente che appartiene profondamente al nostro territorio, un territorio al quale conferisce infatti da sempre forti e diffuse peculiarità originali e inconfondibili.

L’edizione 2009 di UN PO darà gli strumenti per “navigare” nelle acque inquiete e costantemente rinnovate dell’arte, della musica, della letteratura, tra i luoghi storici del fiume, i suoi figli e i temi di suggestioni e visioni di questa terra che si modifica e si rinnova. Una terra che muta, dove anche oggi, ad ogni piena, qualcosa scompare: un sentiero, un vecchio rudere, un tratto di bosco; e qualcosa riappare: una vecchia barca, la carcassa di un’auto, un tronco primordiale. Un po’ come nella nostra mente, dalla memoria ritornano allora sentimenti, luoghi, volti ed impressioni.

Sabato 17 ottobre alle ore 15 grande protagonista insieme al fiume Po sarà lo scrittore Pino Cacucci che in navigazione sulla motonave Stradivari, con imbarco al Porto Fluviale di Boretto, navigazione fino al Lido Po di Guastalla e rientro a Boretto (1 ora e mezzo circa), accompagnerà il pubblico in una piccola crocera dal titolo “La memoria dell’acqua” leggendo alcune pagine tratte dai suoi libri più avvincenti in cui sempre presente è il rapporto con l’acqua, i fiumi e la vita che vi scorre intorno. Cacucci inizierà da “La polvere del Messico” dando voce ad alcune pagine tratte dal finale del capitolo “Da Bonampak a Yaxchilan”, in cui si narra di un viaggio lungo il fiume Usumacinta, il più grande del Messico, che segna anche il confine con il Guatemala per un lungo tratto. Proseguirà poi con “Un po’ per amore un po’ per rabbia” leggendo il capitolo “Trágame Tierra” in cui si parla di un viaggio lungo il fiume del Nicaragua Río San Juan, sulle tracce del protagonista del romanzo omonimo che l’autore stesso ha tradotto nel 1987.

Il percorso fluviale con Pino Cacucci è gratuito, per motivi organizzativi per l’accesso alla motonave è necessaria la prenotazione (Biennale del Paesaggio tel.0522/444421 o mail: info@biennaledelpaesaggio.it). Si informa il pubblico che il percorso si svolgerà anche in caso di situazioni metereologiche incerte, poichè la motonave Stradivari ospita 400 posti a sedere di cui la maggior parte al coperto.

Pino Cacucci (1955) da oltre un quarto di secolo divide la sua vita tra l’Italia e il Messico. Nel 1988 ha pubblicato Outland Rock, e nel 1990 Puerto Escondido, da cui il regista Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo. Anche San Isidro Futból è stato portato sugli schermi con il titoloViva San Isidro!. È inoltre autore di Tina (biografia di Tina Modotti), Punti di fuga, Forfora e altre sventure , In ogni caso nessun rimorso, La polvere del Messico (racconti di viaggio, giunto alla 20ma edizione), Camminando, incontri di un viandante, Demasiado Corazón, Mastruzzi indaga, Ribelli!, Oltretorrente, Nahui, il libro fotografico Gracias México, diario di viaggio e catalogo della mostra tenutasi a Parma nel 2001 e successivamente riproposta in altre città, Un po’ per amore un po’ per rabbia (2008), raccolta di vent’anni di scritti di viaggio, passioni letterarie, riflessioni sociali e politiche, e Le balene lo sanno, racconto di viaggio nella Baja California (tutti editi da Feltrinelli). In settembre è uscito Sotto il cielo del Messico, testo in forma di romanzo sugli anni di Tina Modotti in Messico, edito da Photology (il volume comprende 31 foto della Modotti).

Traduttore di letteratura spagnola e latinoamericana (circa una settantina i titoli finora tradotti), collabora a riviste e giornali ed è coautore di soggetti e sceneggiature per il cinema e il fumetto.

Ha vinto numerosi premi letterari, tra i quali due Pluma de Plata del Ministero del Turismo messicano nel 1992 e nel 1997, quello dell’Instituto Cervantes di Spagna per la migliore traduzione nel 2002, il premio Terra- Città di Palermo nel 1999, Anima Istrantza di Olbia nel 2007, il Premio Claude Couffon per la traduzione letteraria del Salone del Libro Iberoamericano di Gijón, Asturie.

Ancora sabato 17 ottobre alle ore 21 presso il Teatro del Fiume di Boretto si terrà la proiezione del documentario “Le vie dell’acqua” prodotto dalla Biennale del Paesaggio con la regìa di Alessandro Scillitani. Si tratta di un progetto nato da un’idea di Nicola Cassone, storico del paesaggio, per cercare di riportare alla luce i segni dell’acqua che fu così legata alla nostra tradizione identitaria non solo nel territorio, ma anche nella memoria della gente, risalendo i torrenti di montagna sino alle sorgenti, ripercorrendo i percorsi dei canali navigabili della bassa, parlando con i pescatori, i barcaioli del Po, i vecchi mugnai, con i pastori, con chi vive con chi gestisce nel nostro territorio le risorse idriche. Le ricerche e le interviste sono a cura dello stesso Cassone e di Lorenza Franzoni, Mirella Gazzotti e Alessandro Scillitani; le musiche sono di Alessandro Scillitani e Valerio Pellegri con la collaborazione agli arrangiamenti di Tommi Prodi, la voce narrante di Riccardo Rovatti. E’ un viaggio emozionante che è risalito alle sorgenti dei fiumi e poi ha iniziato a scendere dalle montagne tra le foglie dell’autunno. Seguendo l’acqua ha attraversato le stagioni e la storia, si è trattenuto negli invasi delle centrali, ha attraversato paesi, si è diviso tra fiumi e canali, senza dimenticare i fossi. In canoa è partito da Bagnolo per dirigersi verso il Po e poi si è lasciato trascinare fino al delta, dove ha incontrato l’ultimo pescatore di fiume, ed è uscito in mare quando già era nuovamente autunno.

Continuano le suggestioni del festival UN PO che prevede domenica 18 ottobre a Guastalla l’incontro in navigazione sulla motonave “Padus” con Marco Morellini con evocazioni letterarie da “Parliamo tanto di me” e “Toni” di Cesare Zavattini. La partenza è prevista per le ore 15 (imbarco e rientro al Lido Po di Guastalla), l’evento è gratuito. E’ necessaria la prenotazione (Biennale del Paesaggio tel.0522/444421 o mail: info@biennaledelpaesaggio.it). Il 2009 è il ventennale della scomparsa di Cesare Zavattini e Marco Morellini, attore dalle esperienze teatrali, cinematografiche e televisive, svilupperà un percorso letterario su testi dello straordinario ed eclettico intellettuale di Luzzara. Tra le atmosfere tipiche della Bassa reggiana, terra di acque e di brume, di pioppi e sabbiaie, si incroceranno anche le memorie e le visioni di Zà ispirate ad Antonio Ligabue, che nei suoi surreali vagabondaggi frequentava le golene del fiume, navigando e immergendosi nella natura umorale delle lanche, nel filo della corrente. Apprezzare tutto questo navigando sul Po sarà il modo migliore per cogliere sfumature che altrimenti resterebbero solo sospese nelle pagine dei libri.

La serata di domenica 18 ottobre vede alle ore 21 presso il Teatro del Fiume di Boretto grande protagonista la musica jazz con due interpreti d’eccezione: Antonello Salis al pianoforte e fisarmonica e Fabrizio Bosso alla tromba, flicorno ed elettronica che duetteranno sulle note e atmosfere tipiche della canzone mediterranea. Armonia, ritmo, melodia, consonanza. Spazzate via nel giro di un’ora e poco più di vorticose improvvisazioni, un incontro tra ciclopi. La solidità tecnica, l’intensa interpretazione dei due, l’avvicendarsi del virtuosismo del trombettista e dell’espressione deflagrante e viscerale del pianista permettono loro di scavare in una varietà di suoni: le improvvisazioni sono estreme ma sempre molto musicali, la vividezza dei contrasti si fa più viva nelle pagine già note e nelle canzoni come “Roma nun fa la stupida stasera”. Salis esegue, improvvisa, fa dell’estemporaneità una poesia, e Fabrizio con la sua tromba ha uno sguardo rispettoso del passato che non è mai nostalgico e una visione febbricitante della modernità che desta entusiasmo. L’immaginazione, l’estro, l’idea di quotidianità come confortante banalità: il duo stupisce per estro, interplay, capacità di affrontare materiali ora più vicini al jazz, ora alla musica contemporanea, alle canzoni, ai sapori mediterranei e anche oltre. L’ingresso è di Euro 10 (under 25 anni Euro 5).