logo_confesercentiSi avvicina il termine (28 dicembre 2009) entro il quale i vari Paesi europei dovranno recepire la Direttiva Europea Servizi, nota anche come “Bolkestein”, relativa ai servizi del mercato interno e quindi alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati membri, che potrebbe avere effetti negativi per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese commerciali anche in Italia e in Emilia Romagna.

In proposito Stefano Bollettinari, Direttore Confesercenti Emilia Romagna e Presidente di Vitrines d’Europe, intervenendo oggi al convegno dell’UCM a Bruxelles, che vede la partecipazione di Associazioni di commercianti di vari Paesi europei, ha dichiarato: “La Direttiva Europea Servizi è fonte di preoccupazione anche in Italia e, soprattutto se venisse recepita in modo da scardinare anche quei pochi elementi di pianificazione che sono rimasti, porterebbe a destabilizzare non solo il settore della distribuzione commerciale, ma anche l’equilibrio del territorio e dell’ambiente circostante e sicuramente ad un ulteriore incremento della grande distribuzione a danno delle piccole e medie imprese e del servizio ai consumatori sul territorio.

Ma al di là della “Bolkestein”, io credo che la logica del liberismo assoluto non funzioni e la recente crisi finanziaria lo dimostra ampiamente: quando viene a mancare qualsiasi regola o controllo il mercato non funziona e diventa preda della speculazione, provocando danni economici alle imprese e un aumento notevole della disoccupazione. Senza contare che l’attuale situazione di crisi imporrà cambiamenti nei nostri modelli di consumo che si ripercuoteranno sulle dinamiche di evoluzione della rete commerciale. Occorre quindi un approccio nuovo nello sviluppo del settore che consideri il commercio un fattore determinante del “capitale sociale territoriale”, per il suo ruolo sociale, per la qualità della vita degli abitanti e per il servizio diffuso e di qualità che garantisce al consumatore. Occorre puntare ad uno sviluppo qualitativo del commercio, incentrato sulla p.m.i e regolarne l’evoluzione all’interno degli strumenti di pianificazione, legare il commercio alle altre funzioni urbane ed evitare l’eccessivo impatto ambientale e territoriale che ulteriori quote di grandi insediamenti commerciali comportano. Questa ritengo debba essere la grande sfida di questi anni per il settore distributivo, per le imprese, per i consumatori e per le amministrazioni pubbliche”.