medici_operazioneAneurismi e dissezione dell’aorta sono al centro di un seminario organizzato dalla Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena – diretta dal prof. Gioacchino Coppi – il 15 ottobre 2009 all’Aula Mario Coppo del Nuovo Ospedale Sant’Agostino Estense di Baggiovara (3° piano). L’incontro, patrocinato anche dall’Ateneo modenese – reggiano e dall’Azienda USL di Modena, si svolgerà dalle 16 alle 19 e vedrà la partecipazione di esperti di tutte le discipline coinvolte (chirurghi vascolari, cardiochirurghi, rianimatori) e del prof. Attilio Odero, dell’Università degli studi di Pavia, uno dei più noti chirurghi vascolari italiani.

Questa patologia verrà affrontata secondo un approccio multidisciplinare, grazie all’apporto di chirurghi vascolari, rianimatori, chirurghi del torace, cardiochirurghi. In particolare si parlerà delle nuove metodiche mini-invasive come il trattamento con endoprotesi che viene sperimentato con successo anche a Modena. La chirurgia attuale si basa sulla inserzione di una protesi (graft) suturata alle estremità dell’area aneurismatica. La recente introduzione di endoprotesi (stent-graft) aortobisiliache ha rivoluzionato il trattamento di questa patologia. Le indicazioni all’impianto dell’endoprotesi, inizialmente limitate a quei soggetti con indicazione chirurgica ed elevato rischio operatorio sono attualmente estese anche ad altri pazienti grazie ai confortanti risultati ottenuti.

“Il nostro seminario – spiega il prof. Gioacchino Coppi, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare – si occuperà principalmente della dissezione dell’aorta di tipo B che, purtroppo, colpisce una sovente una popolazione giovane con una alta mortalità e rischio di paraplegia che una paralisi di tutta la parte inferiore del corpo”.

La Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare, che opera al Policlinico di Modena e al NOSE di Baggiovara ha nel settore una delle più ampie casistiche. Ogni anno si operano circa 200 pazienti colpiti da patologie dell’aorta, affrontate col ricorso alle più moderne tecniche e tecnologie. Si tratta di un’attività che richiede un alto impegno organizzativo, ma anche cospicue risorse economiche che le Aziende Ospedaliere locali non hanno mai fatto mancare.