politica2Il Consiglio comunale di Carpi nella seduta di lunedì 5 ottobre ha discusso ampiamente di due ordini del giorno relativi all’uso dei locali siti al primo piano di via Unione Sovietica 13. Il primo odg era stato presentato da Argio Alboresi, capogruppo della Lega nord Padania (in aula lo ha tratteggiato il collega di gruppo Enrico Gasparini Casari); il secondo, firmato Pd-Idv, in Consiglio lunedì scorso è invece stato letto dal capogruppo Pd Davide Dalle Ave. Secondo la Lega nord Padania, anche in base ad una corposa documentazione distribuita ai consiglieri, questi locali non sono utilizzati secondo il regolamento condominiale e da una cellula turco-islamica, con il risultato di lamentele e denunce ripetute dei condomini alla Polizia municipale, “che però ha svolto controlli che supponiamo essere stati nulli. Vi sono sufficienti prove che mettono in dubbio l’effettivo utilizzo di tali locali, vogliamo che siano controllati nei giorni di venerdì e domenica, questa è una moschea abusiva”. Il documento di Pd-Idv invece, affrontando il tema da un punto di vista più generale, invitava l’amministrazione comunale “a incontrare i responsabili dei centri culturali che utilizzano questi uffici per responsabilizzare le parti ad una convivenza reciproca nel quartiere e, se si accertassero abusi, a prendere provvedimenti idonei, rafforzando al contempo specifici controlli e il rispetto delle regole, rendendo prioritario il percorso per l’istituzione di Consulte degli stranieri a Carpi”.

L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha preso poi la parola per delineare la cronologia degli eventi relativi a questa problematica, la cui prima segnalazione data 26 settembre 2008. “Sono stati svolti 5 controlli a novembre in giorni ed orari diversi mai concordati e solo il 5 dicembre la Polizia municipale ha notato in questi locali, che sono ad uso ufficio e sede di un’associazione turco-islamica e non un’abitazione, 24 persone sedute ad ascoltarne una 25esima. L’uso improprio di questi locali a centro culturale è stato ribadito dall’apertura da parte del Comune il 6 aprile scorso di una procedura di presunto abuso edilizio per illecito cambio di destinazione d’uso. La proprietà e gli affittuari degli spazi – ha continuato – a maggio si sono detti estranei e gli stessi turco-islamici il 22 maggio scorso hanno ribadito che questi sono ad uso ufficio e non una moschea; quindi è stato chiuso il procedimento. Recentemente sono giunte nuove proteste e abbiamo disposto altri controlli ma non sono emersi elementi per aprire un nuovo procedimento per abuso edilizio, né ci è giunta una Dichiarazione d’inizio attività per un cambiamento di uso dei locali”. Argio Alboresi dal canto suo ha spiegato in aula a questo punto di non credere alle dichiarazioni appena fatte da Tosi: “lì ci sono persone che pregano, sostenuti da chi gli consente di fare ciò che vogliono, ci sono registrazioni sonore che lo provano e il Comune dunque ha preso una decisione politica”. Marco Bagnoli (Pd) ha difeso i contenuti dell’ordine del giorno di Pd-Idv, da lui stesso firmato, mentre Giliola Pivetti (capogruppo di Alleanza per Carpi) ha sostenuto che “tutti sanno cosa succede in via Unione Sovietica; il pregare non è un reato ma fare diventare un appartamento un luogo di culto sì. A Carpi serve un Tavolo di confronto permanente con le associazioni straniere e magari un capannone sarebbe più utile per gli islamici e le loro cerimonie. Amministrare significa programmare, il Comune dovrebbe pensarci e anche il mediatore culturale è un pannicello caldo, così come il documento di Pd-Idv è annacquato, rimanda il problema”.

Stefania Gasparini (Pd) ha spiegato dal canto suo come i disagi in quella zona siano innegabili e come il documento di Pd-Idv individui invece soluzioni fattibili. “Se il problema è il rapporto con i privati l’amministrazione comunale sta dalla parte dei cittadini e si prende le sue responsabilità. Non si può usare la forza ma il dialogo, valorizzando il ruolo dei mediatori e aumentando l’organico delle forze dell’ordine”. Christian Rostovi (PdL) ha ironizzato sul fatto che i controlli fatti in orario di ufficio non hanno dato esito mentre le lamentele arrivano per presenze serali e ha spiegato come il Governo Berlusconi “ha aumentato i fondi per le forze dell’ordine e la sicurezza urbana a differenza di quanto fatto da Prodi”. Andrea Bizzarri (IdV) ha contestato queste affermazioni dicendo poi come non ci si possa basare su voci senza prove per chiarire cosa succeda in quei locali. “Il problema è complesso, la soluzione dev’essere condivisa e fattibile e l’amministrazione comunale deve utilizzare tutti gli strumenti che ha nelle diverse situazioni”. Massimo Pollastri (Lega nord Padania) ha chiesto di mandare i vigili urbani in via Unione Sovietica negli orari della preghiera islamica e che erano ormai sei mesi che si stava girando attorno al problema mentre Roberto Andreoli (capogruppo PdL) ha dal canto suo ribadito come anche in questa occasione si dessero risposte blande ad un problema emerso già nel 2008. “Siamo stati d’accordo con l’amministrazione quando si è sgomberato via Lago di Bolsena; in questo caso si potrebbe applicare uno strumento nuovo, come una percentuale massima di alloggi affittati o venduti agli stranieri nei condominii, destinandoli a diverse etnie e ad una vera integrazione di queste persone. Una soluzione applicata nel mondo con ottimi risultati”.

Lorena Borsari, assessore alla Sicurezza, ha spiegato come l’amministrazione comunale non possa fare rispettare il regolamento condominiale, che dipende dalla giurisdizione civilistica, “mentre la Polizia municipale non ha le competenze delle altre forze dell’ordine. In Italia si sconta una mancanza di orientamento comune nel campo della libertà delle religioni e questo significa che ogni ente locale si comporta diversamente, magari in modo strumentale come Milano. Ricordo poi come a Carpi la popolazione islamica sia frammentata in varie comunità”. Daniela Depietri (Pd) ha ringraziato i cittadini per le loro segnalazioni, ha citato la sua esperienza di vita in via Cimitero Israelitico, indicando infine come sia necessario modulare diverse esperienze e politiche nei differenti luoghi e utilizzando figure come i mediatori dei conflitti. Sono seguiti poi gli interventi di Davide Dalle Ave (capogruppo Pd) e Antonio Russo (PdL). Il consigliere Dalle Ave ha riconfermato la validità dei contenuti della proposta di ordine del giorno da lui presentata; “sono problemi reali, complessi e non si possono dare giudizi sommari. Gli interventi da parte del Comune – ha detto – debbono essere fatti, ma nella legalità. Bisogna in ogni caso puntare a una qualità più alta della vita”. Russo invece ha osservato come “si stesse girando attorno al problema, mischiando i temi locali con quelli nazionali. Sono rimasto poi negativamente colpito dalle parole della collega Depietri, frasi discriminatorie fra italiani e stranieri non accettabili. Il problema della moschea in via Unione Sovietica evidenzia un illecito; prima di mediare – ha concluso – è necessario bloccare subito le attività che qui non possono esser svolte”.

A seguire è intervenuto nel dibattito il Sindaco Enrico Campedelli spiegando come i temi dell’ordine pubblico e delle politiche sociali debbano andare avanti insieme, e che gli interventi sul territorio devono essere concordati con la Prefettura: “ma questi possono essere fatti solo se le leggi non sono state rispettate e sempre non dimenticando comunque i tagli agli organici delle forze dell’ordine. Nelle prossime rivisitazioni del Prg inseriremo nuove aree destinate a luoghi di culto, ma il problema non è la religione ma le differenze tra le diverse etnie presenti in città. Non difendiamo la clandestinità, e lo ha recentemente riscontrato la magistratura, e ricordo il centro culturale di via Berengario chiuso per usi impropri rispetto a quanto definito dal Prg. Integrazione vuol dire fare rispettare assieme diritti e doveri: per via Unione Sovietica è necessaria una soluzione condivisa”.

Roberto Benatti (PdL) ha poi sottolineato nel suo intervento come gli amministratori ammettendo il problema ammettano anche le loro responsabilità. “Su questa vicenda bisognava usare il buon senso visto che era chiaro cosa facessero 24 persone sedute in quei locali…Perché poi la moschea non viene domandata dagli islamici carpigiani? Forse perché abusivamente e senza controlli ce l’hanno lo stesso…E perché si è detto che l’immigrazione nelle nostre terre è di bassa qualità? Forse perché si è sparsa la voce che il Comune dà soldi a tutti…” Francesca Cocozza (Pd) ha ricordato come la società sia poco tollerante in generale e rilanciato l’idea dei tavoli di confronto con le associazioni straniere. L’assessore Tosi ha infine chiosato alcuni interventi ribadendo come non sia vietato pregare in uffici o abitazioni private mentre i luoghi di culto hanno caratteristiche diverse. “E come chiudere dei locali con un ordine del giorno è illecito, così lo è aprirne le porte a forza senza mandati del giudice”. Infine ha paventato l’incostituzionalità del provvedimento descritto da Andreoli per dare nuove regole ai condominii.

Al momento del voto l’ordine del giorno della Lega nord Padania è stato votato da Lega, PdL e Apc, contrari gli altri gruppi. Il documento presentato invece da Pd e Idv è stato votato dai promotori, con l’astensione di Apc e Lorenzo Paluan, contrari Lega nord e PdL.