Delbono e BauschLa sesta giornata della quinta edizione di VIE Scena Contemporanea Festival è caratterizzata da un’offerta culturale sempre molto ricca e da un incontro d’eccezione per ricordare Pina Bausch, scomparsa alla fine del mese di giugno scorso.

A parlare della grande coreografa e danzatrice tedesca sarà oggi Pippo Delbono, che incontrerà il pubblico del Foro Boario alle 17.30. Delbono conobbe la Bausch nel 1987 a Wuppertal, città di carbone e industrie nel cuore della ex Germania occidentale, luogo di origine dell’artista tedesca capace di segnare il teatro e la danza degli ultimi trent’anni del novecento. Fu proprio la Bausch ad invitare Delbono a partecipare a Ahnen, uno dei lavori del Tanztheater, collaborazione che segnò profondamente il percorso artistico del regista autore italiano. Da una memoria di vita e arte nasce così in quest’incontro la possibilità dell’evocazione di una figura essenziale della scena contemporanea.

Di lei Pippo Delbono ha scritto: “Non avevo mai visto niente di simile: era il teatro, la vita, l’emozione, tutto. Per me, la sua morte è stata come perdere una gamba, lei è stata una parte importante della mia vita. Certo, adesso si parlerà di tutto ciò che ha rappresentato nel teatro, nell’arte. Ma io mi chiedo: come farò a non vederla più? Mi sembra impossibile. I grandi maestri sono scomparsi, l’arte è tutta una rappresentazione, c’è un momento di vuoto e una nostalgia di un passato che riguarda tutto, anche la politica. Ci sembra di ricordare i tempi degli ideali, delle passioni, i tempi di lotta e dell’arte. Insomma, i tempi di Pina Bausch. Ma lei non ritornerà”. (il manifesto, 1 luglio 2009)

All’ex ospedale Sant’Agostino (ore 19.15, 19.30, 19.45, 20.15, 20.30, 20.45) ) tornerà in scena la performance Baldassarre della compagnia Dewey Dell, fondata a Cesena da Teodora Castellucci con Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta. La volontà che la giovane formazione persegue è essenzialmente quella di portare la visione all’origine: tutto è pensato per gli occhi, non esiste alcun rapporto teorico nascosto.

A Ponte Alto, alle 19 e alle 22, Odemà presenta in prima assoluta lo spettacolo che è stato oggetto di una segnalazione speciale della giuria del premio Scenario 2009, A tua immagine. Il lavoro vede per la prima volta insieme Enrico Ballardini, Gulia D’Imperio e Davide Gorla, tre attori che si sono formati in varie realtà teatrali dell’area milanese ora riuniti sotto il nome d’arte Odemà. In una messinscena che usa i toni della leggerezza fino quasi a sconfinare nel pastiche comico si affrontano temi e domande che fondano la base della società contemporanea. Circondati dalle nebbie di un non luogo, ci troviamo davanti a dei personaggi altolocatissimi. Il primo di essi è venuto per chieder conto al padre di quali siano i doveri e i privilegi che comporta essere figlio suo. Il secondo, il padre, sembra tergiversare dinanzi a queste richieste. Infine il terzo è venuto perché anch’egli può trarre degli interessi da questa unione. Ed è proprio il terzo personaggio, questo diavolo, un po’ triste e un po’ ironico, a introdurci in un quadro familiare terribile: quello di Lui, di Dio e di suo figlio Gesù. Parla di un Dio pessimo, ambizioso e insensibile più di chiunque altro alla pena e al dolore. Unico suo scopo, dominare sulle genti. Un’ evidente provocazione lanciata con lo scopo di invitare tutti ad una riflessione. Un progetto che si porta dietro la più orrenda, interminabile scia di morte, soprusi e nefandezze che la storia ricordi e che è ancora miracolosamente in vita oggi. Progetto fin troppo umano e materiale per essere volontà divina, che da un lato sottrae al testo e ai personaggi un peso altrimenti insostenibile e dall’altro mette in risalto la mollezza di una società facile da plasmare e controllare.

Alle 20.30 a Ponte Alto arriva in prima nazionale Padam Padam di Teatro Praga, che accenderà i riflettori su disastri naturali ed eventi soprannaturali. é al genere del cinema catastrofico che si ispira la nuova creazione del collettivo portoghese realizzato grazie al sostegno del Progetto Prospero. Teatro Praga porta in scena un teatro asettico invaso dal virus del testo e dai segni del clima, una serra distrutta dalla natura. Sulla scena, infatti, la natura ribelle invade lo spazio umano e lo catastrofizza. Così si produce una sequenza di catastrofi, disastri, una successione di eventi metereologici, di segni del tempo nella forma di piogge, uragani, nuvole e venti, di trame che incutono timore e sconcerto. Un testo che in sequenza aggiunge tempo al tempo, evento all’evento. Alla ricerca di nuove malattie, perché, dopo tutto, se nuovi virus ci infettano e ci fanno ammalare è perché nel far questo la loro vita di microrganismi si riproduce. In questo modo, infatti, essi sopravvivono. Rischiando poi di morire della nostra stessa morte. Nato a metà degli anni Novanta, Teatro Praga si caratterizza come gruppo di lavoro in continuo cambiamento, che si modifica e modella sul variare dei singoli membri del collettivo senza peraltro avvalersi della figura di un regista: veri e propri happening, i lavori di Teatro Praga cercano quella che potremmo definire la ‘responsabilità dello spettatore’.

Teatro Sotterraneo, di cui molti ricorderanno il sorprendente Post-it, torna a Modena con la prima assoluta di Dies irae – 5 episodi intorno alla fine della specie, e dà appuntamento al pubblico del Teatro delle Passioni domani sera alle 21. Il lavoro trova oggi la sua forma definitiva dopo la presentazione dei singoli episodi nel corso di alcuni festival estivi. Gruppo capace di esprimere uno stile inconfondibile, dotato di un’ironia sottile espressa anche su temi importanti del nostro tempo, pur senza mai cedere al grottesco, Teatro Sotterraneo lavora a uno spettacolo che intercetta il panico, l’allarme, il raccapriccio. Ogni epoca ha avuto paura di qualcosa, ma, per Teatro Sotterraneo, la nostra contemporaneità vive in forma parossistica questo sentire, ne fa la cifra di questo tempo. Il campo d’indagine è l’estinzione della specie e dei suoi manufatti, non come evento traumatico ma piuttosto come oblio, come sguardo postumo e ammirato sulle cose del mondo. La scena è segnata dal senso del tempo, del suo scorrere ed esaurire le civiltà lasciandone tracce e vestigia, segni da decifrare per le generazioni future. Teatro Sotterraneo firma uno spettacolo che ritrova al suo interno i meccanismi della serialità, letteraria e televisiva: sospensione, voce fuori campo, riassunto delle puntate precedenti, comunicazione diretta col pubblico.

Sempre oggi (mercoledì 14 ottobre) alle 21, alla Rocca di Vignola, sarà possibile vedere Eremos, frutto del lavoro di due anni che il maestro greco Theodoros Terzopoulos ha condotto, insieme a Paolo Musìo, su La persuasione e la rettorica, tesi di laurea del filosofo ebreo di lingua italiana Carlo Michelstaedter. Un teatro segreto di dimensione tragica in cui il pensiero del giovane poeta-filosofo perde ogni connotazione dialettica, di esposizione del discorso, per farsi corpo, gabbia, energia, fiamma, conflitto in atto nel presente dell’azione scenica su uno sfondo di devastazione contemporanea dove ogni equilibrio è perduto.

Negli spazi dell’ITIS Fermo Corni (ore 22.30) il Belarus Free Theatre affronterà il tema delle persone scomparse in circostanze misteriose e dei prigionieri politici. Discover Love si basa su una storia di vita vissuta: la storia d’amore tra Irina e Anatoly Krasovski, uno dei quattro giornalisti e militanti dell’opposizione scomparsi a Minsk nel 2000 e barbaramente ucciso. Secondo le intenzioni del regista, Nikolai Khalezin, la pièce è anche un omaggio alla liberazione di Ingrid Betancourt, candidata alla Presidenza della Colombia, che per sei anni è stata ostaggio in mano alle Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) e la cui liberazione è avvenuta proprio nelle fasi conclusive di questo lavoro. Il fenomeno delle sparizioni, avvenute improvvisamente e senza lasciare traccia, è molto diffuso in Bielorussia, anche se non è possibile quantificarlo. La sottocommissione dei diritti dell’uomo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha lanciato, invano, duri appelli alle autorità del regime di Lukashenko affinché alcuni alti funzionari bielorussi siano oggetto di procedimenti penali in quanto sospettati di essere i registi occulti. Il messaggio contenuto in Discover Love assume un valore universale ed è un invito esplicito al rispetto dei diritti umani e alla lotta attiva per la libertà di espressione. L’impegno politico è valso agli artisti bielorussi nel 2008 il Premio dei Diritti dell’Uomo della Repubblica Francese – unica istituzione culturale a riceverla – e, nello stesso anno, una menzione speciale nella sezione Nuove Realtà del Premio Europa per il Teatro.