medici_1Andrologi, endocrinologi, sessuologi medici e urologi della regione hanno partecipato oggi a Bologna ad un meeting di aggiornamento sul tema dell’Eiaculazione Precoce (EP). L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto STEP (Specialisti nel Trattamento dell’EP) promosso dalle tre principali Società Scientifiche di Andrologi, Endocrinologi, Urologi e Medici della sessualità: la Società Italiana di Andrologia (SIA), la Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale (SIAMS) e la Società Italiana di Urologia (SIU). All’incontro hanno preso parte non solo i più qualificati esperti dell’Emilia Romagna ma anche, collegati in diretta satellitare da Roma, i più importanti esperti italiani e internazionali del problema. Il programma ha visto coinvolte, sempre oggi, altre 12 città italiane e oltre 700 Medici Specialisti, collegati via satellite con gli esperti presenti a Roma. I meeting hanno consentito di condividere le più recenti conoscenze in materia di diagnosi e far si che gli esperti della sessualità maschile delle regioni coinvolte possano aiutare sempre più efficacemente i loro pazienti soprattutto ora che esiste una terapia mirata e specifica.

Che cosa è emerso quindi dall’incontro di oggi?

Innanzitutto che l’eiaculazione precoce non è un problema di pochi e non riguarda solo lui.

Gli esperti hanno sottolineato, infatti, che l’EP è il disturbo sessuale più frequente nel maschio1: si stima che il 20% degli italiani adulti tra i 18 e i 70 anni soffre di questo problema2. Il dato nazionale trova peraltro riscontro anche a livello dell’Italia del Nord dove l’EP colpisce il 19% uomini. Ma l’EP non è un problema solo maschile. Infatti sia negli uomini sia nelle partner di uomini con EP, questa condizione provoca ansia, rabbia, frustrazione, perdita dell’intimità, sentimenti che possono mettere a rischio la coppia. Il 31% degli uomini ha una scarsa soddisfazione nei rapporti sessuali e non di meno le donne che solo nel 38% dei casi si definisce soddisfatta dal rapporto sessuale.

Ma l’EP non è solo un problema molto diffuso è anche una “condizione medica” e non (solo) un problema di origine psicologica.

L’EP risulta, infatti, associata a una ridotta concentrazione di serotonina. Studi recenti – è emerso durante l’incontro – dimostrano che il riflesso eiaculatorio compare in risposta a un’interazione complessa di stimoli fisiologici e psicologici nel cervello e nel sistema nervoso centrale in cui gioca un ruolo cardine appunto la serotonina. Questo neurotrasmettitore infatti è in grado di controllare l’eiaculazione e la risposta sessuale maschile: un aumento dei livelli di serotonina a livello del sistema nervoso centrale svolge un’azione inibitoria dell’eiaculazione, ritardandola. Di contro, l’eiaculazione precoce è associata a una ridotta concentrazione di serotonina.

L’EP è quindi un problema ampiamente diffuso e un problema medico. Due elementi che rendono fondamentale e importante il ruolo dello Specialista soprattutto oggi che una soluzione esiste. Ed è questo il terzo elemento emerso dagli incontri. Gli esperti della sessualità maschile, infatti, hanno parlato anche della nuova soluzione terapeutica a base di dapoxetina disponibile nelle farmacie italiane dal 1° luglio scorso su prescrizione medica. Si tratta di un farmaco che agisce proprio sull’attività della serotonina, aumentandone la presenza dove serve, nello spazio intersinaptico, e ritardando così l’eiaculazione. E’ la prima – e unica – terapia ufficialmente approvata per il trattamento specifico dell’eiaculazione precoce in uomini tra i 18 e i 64 anni, disponibile solo su prescrizione medica e da assumere “al bisogno”, da 1 a 3 ore prima del rapporto sessuale.

Ma gli esperti hanno messo in evidenza anche il problema del silenzio sul problema da parte degli uomini. Sebbene,infatti, l’EP – secondo le statistiche – interessi un uomo su cinque, provochi ansia e frustrazione, riduca l’autostima e la sicurezza sulle proprie capacità sessuali e, con essa, il numero dei rapporti con la partner,10 solo il 66% di chi soffre di EP ammette di aver avuto problemi con la partner e più del 90% non si è mai rivolto al medico.1 Nonostante una forte compromissione della qualità di vita, quindi, gli uomini pongono numerose barriere ad affrontare il problema e a parlarne. Diverse le motivazioni, prima fra tutte l’imbarazzo. L’EP resta quindi ancora un tabù, un problema da accertare, un tema di cui dialogare con la partner e soprattutto con il medico.

E proprio per aiutare a parlarne, le tre Società Scientifiche SIA (Società Italiana di Andrologia), SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale) e SIU (Società Italiana di Urologia), organizzatrici e promotrici del Progetto Step, sono impegnate in una forte campagna di sensibilizzazione (“Eiaculazione Precoce. Vogliamo parlarne?”) che ha preso il via dal web con il sito www.eiaculazioneprecocestop.it”. È necessario, infatti, che gli uomini comprendano che non ci si deve colpevolizzare ma che se ne deve parlare: possono contare, infatti, su specialisti aggiornati e preparati che hanno a disposizione gli strumenti per una corretta diagnosi e cura. Oggi, infatti, grazie a progetti come lo STEP, il medico possiede il bagaglio di conoscenze che gli consente di affrontare adeguatamente questa condizione medica e ha, soprattutto, la possibilità, oltre che di fare diagnosi, di risolverlo grazie al nuovo farmaco a base di dapoxetina.

Gli incontri

Grazie alla tecnologia satellitare, un supporto innovativo in questo genere di iniziative formative rivolte alla classe medica, l’evento si è articolato in due fasi, la mattina e il pomeriggio:

• nella mattinata, i Proff.ri Vincenzo Gentile (Presidente SIA) dell’Università di Roma, Emmanuele A. Jannini (Presidente della Commissione Scientifica SIAMS) dell’Università dell’Aquila, Vincenzo Mirone (Segretario Generale SIU) dell’Università di Napoli, Francesco Montorsi (Direttore dell’European Journal of Urology) dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e l’esperto internazionale Jacques Buvat di Lille, past President dell’International Society for Sexual Medicine, riuniti a Roma si sono collegati via satellite con Bologna (e con le altre 12 città italiane incluse nel progetto: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Napoli, Pisa, Roma, Torino, Trieste e Verona). I 5 esperti hanno introdotto ai colleghi italiani i temi cardine: dalla fisiopatologia ed epidemiologia dell’EP alle nuove soluzioni terapeutiche;

• nel pomeriggio, i lavori sono proseguiti nella sede bolognese (e nelle altre 12 città italiane) con la discussione e soluzione collegiale di casi clinici tratti dalla realtà clinica quotidiana. Il tutto sotto la guida dei Proff.ri F. Colombo, G. Corona, G. Martorana.