campo_nomadiNegli ultimi giorni, prima grazie ad un incontro promosso dal Popolo delle Libertà e poi ad una risposta dell’assessore regionale alla Politiche sociali Anna Maria Dapporto ad un’interrogazione del consigliere Andrea Leoni (sempre del Pdl), si è riaperto a Carpi il dibattito sul futuro del campo nomadi cittadino di via Nuova Ponente. L’amministrazione comunale è stata accusata di immobilismo per non aver saputo finora risolvere il problema e poi di spreco, visti i costi a carico delle casse municipali dei 56 cittadini residenti di etnia Sinti che qui vivono.

L’assessore comunale alle Politiche sociali Miria Ronchetti al proposito tiene a precisare come negli anni che vanno dal 2005 al 2007 il campo abbia visto dimezzarsi le presenze grazie ad inserimenti abitativi incentivati. L’assessore puntualizza poi che le cifre riportate dai giornali, pure elevate, vanno riferite a quattro anni, non a tre come pubblicato.

“Rispondiamo a chi si spende in dichiarazioni polemiche che in realtà i 56 Sinti che abitano il campo nomadi sono carpigiani, residenti a tutti gli effetti. Inoltre sono decine, anzi centinaia, i residenti ‘autoctoni’ che il Comune ogni anno aiuta con cifre ben più importanti che non quelle versate ai Sinti: stiamo parlando di anziani, non autosufficienti, disabili, famiglie che vivono in case Erp e pagano affitti minimi, titolari di borse lavoro. Si tratta degli interventi che qualificano il nostro come sistema solidale, sono stanziamenti che aiutano i più deboli, mai sufficienti soprattutto in questo periodo di crisi a dare una risposta a tutte le esigenze”.

“L’amministrazione comunale – spiega Ronchetti – ha delle idee sul futuro del Campo, sta valutando proposte che andranno confrontate con chi qui vive e con l’intera città, al momento opportuno e nelle sedi istituzionali appropriate. Non abbiamo dimenticato questo tema”.