cgilSono 158 i pullman Cgil che partiranno dall’Emilia Romagna per la manifestazione nazionale di sabato sotto le parole d’ordine “Uscire dalla crisi e guardare al futuro – il lavoro esige risposte”: considerando i mezzi individuali, si muoveranno verso Roma circa novemila persone dalla regione.

I numeri della crisi in Emilia Romagna

L’andamento della cassa integrazione negli ultimi mesi in Emilia Romagna si traduce in un grafico più irregolare: le domande mensili da parte delle aziende, triplicate da gennaio (1.476) a luglio (3.709), sono diminuite a settembre (3.133). Nello stesso mese si è registrato il picco annuale delle ore di cassa integrazione ordinaria per industria e commercio: 5.529.549 (+ 800% circa da gennaio), che a ottobre calano a 4.031.003. Contemporaneamente cresce il peso della cig straordinaria e in deroga (2.371.704 ore a settembre, 3.012.101 a ottobre). Il 70percento di tutta la cig riguarda il settore metalmeccanico, un altro 15percento ceramica e chimica.

La gestione speciale in edilizia aggiunge al conto 316.000 ore a settembre, in calo sul picco mensile di maggio (524.000 ore) e in ulteriore calo a ottobre con 248.000 ore. Ma i dati occupazionali forniti dalla Fillea Cgil regionale dicono che tra ottobre 2008 e 2009 mancano dal conto oltre 13.000 operai edili, circa il 20 percento dei dipendenti dell’anno scorso.

Riguardo alla mobilità, il confronto su periodi omogenei da gennaio a settembre presenta un numero di 21.273 lavoratori iscritti nelle liste 2009, poco meno del raddoppio sullo stesso periodo 2008 (11.473): mentre resta contenuto l’aumento dei licenziamenti collettivi con indennità (+ 34%, legge 233), salgono del 112% i licenziamenti senza indennità, in gran parte individuali, nelle piccole aziende (legge 236). Infine, da gennaio a settembre 2009 si sono accumulate 83.000 domande di disoccupazione ordinaria, ben 45.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2008: di queste, circa 16.000 rientrano nelle sospensioni Eber, ente bilaterale dell’artigianato.

Il commento di Danilo Barbi, segretario generale Cgil regionale

“Gli ultimi dati della cassa integrazione – commenta il segretario generale Cgil Emilia Romagna Danilo Barbi – sembrano dire che il calo produttivo dell’industria in regione ha toccato il tetto massimo e sta rallentando, ma non c’è inversione di tendenza e non si vede ripresa. Mentre perdura questa grave incertezza, in molte aziende è vicino il capolinea della cig ordinaria e il passaggio alla cig straordinaria pone duramente la questione esuberi. Già oggi possiamo dire che in Emilia Romagna questa crisi si è portata via almeno trentamila posti di lavoro e per fortuna la contrattazione diffusa ha consentito di arginare i danni: contiamo ben 9.500 accordi aziendali di gestione delle crisi e di gestione degli ammortizzatori in deroga, attraverso i quali sono stati salvaguardati finora migliaia di lavoratori. Centinaia anche gli accordi di crisi sottoscritti con comuni e province per interventi a sostegno dei redditi dei pensionati e dei lavoratori in difficoltà. Ma non ci nascondiamo – prosegue Barbi – che siamo di fronte per la prima volta da decenni, nella nostra regione, a un grave rischio occupazione: direi che è in piena esplosione la fase sociale della crisi ed è questo il primo aspetto che porteremo a Roma alla manifestazione nazionale di sabato della Cgil. Se non si prolunga la cassa integrazione, se non aumentano i massimali dell’importo economico, se non si sostengono i lavoratori senza coperture e i precari che hanno perso il posto, vedremo peggiorare la condizione reale di migliaia di persone. E considero perfino offensivo l’ottimismo del governo nel vantare primati inesistenti, mentre si dimostra incapace di assumere le misure che sarebbero invece necessarie e urgenti”.

I sindacati chiedono alla Regione un intervento straordinario contro le nuove povertà

Ancora in merito alla realtà regionale, il leader Cgil Emilia Romagna sottolinea preoccupato un ulteriore elemento: “Il disagio cresce e lo segnalano anche i servizi sociali dei comuni, che hanno visto triplicate le richieste di sostegno ai casi sociali e ai lavoratori in difficoltà. I problemi più pesanti riguardano le famiglie monoparentali, in particolare quelle formate dalle lavoratrici sole con figli a carico, molto presenti in Emilia Romagna, dove l’occupazione femminile è decisamente più alta della media italiana. A partire da questi aspetti, nel confronto con la Regione sul bilancio 2010, chiediamo un intervento straordinario a sostegno delle famiglie che scivolano verso la povertà: si tratta di almeno venti milioni di euro destinati ai comuni a questo specifico scopo”.