Protesta sindaci via Emilia (13.11.09)E’ andata in scena oggi in Sala Tricolore e nel cuore di Reggio Emilia la protesta dei sindaci dei Comuni della Provincia di Reggio, organizzata da Legautonomie, contro le misure previste dalla Finanziaria, i tagli del governo e i blocchi imposti dal patto di Stabilità. Dopo l’incontro nella storica sala che ha visto la nascita del primo Tricolore, “l’esercito” degli oltre quaranta sindaci reggiani ha sfilato in corteo per le vie della città e ha consegnato al prefetto Antonella De Maio un documento in cui si chiede al Governo di rivedere i propri passi: restituire totalmente l’Ici, ripristinare i finanziamenti per il Fondo sociale nazionale, ripristinare gli stanziamenti per sicurezza delle città e per il buon funzionamento della scuola pubblica, rivedere i criteri del patto di stabilità, che blocca investimenti anche per i Comuni virtuosi.

“Siamo qui, nel momento in cui siamo impegnati a redigere i nostri bilanci – ha esordito il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio – per dire che questa Finanziaria, così come si annuncia, va cambiata. Come Comuni abbiamo contribuito in massima parte a risanare i conti dello Stato, mentre ora ci viene chiesto un taglio che nel triennio ammonta a 9 miliardi di euro e che solo nel 2009 sarà di 1.340 milioni. Ma la perdita che invece viene prodotta a carico dello Stato proviene dagli sprechi dei Ministeri, che aumentano del 38%. E non possiamo e non vogliamo dimenticare, mentre il ministro Brunetta si arroga il diritto di decidere sulle progressioni dei nostri dipendenti, che il Governo che sbandiera il federalismo sta procedendo con una centralizzazione delle decisioni, salvo concedere con il voto di chi inneggia al federalismo 180 milioni al Comune di Palermo per ripianare il deficit dell’azienda rifiuti e con 140 milioni al Comune di Catania per risanarne il debito. Il Governo, piuttosto, punisca i Comuni che sperperano per spese elettorali, e premi invece i Comuni che gestiscono con serietà le risorse per dare risposte ai cittadini! Tutti noi abbiamo ogni giorno cittadini che ci chiedono aiuto per pagare l’affitto, le rette, trovare casa o lavoro. Senza il sostegno della Regione e del presidente Errani non saremmo in grado di fornire servizi alle nostre famiglie. L’Anci prevede che l’85% dei Comuni non riuscirà a rispettare il patto di stabilità, mentre il Governo ha chiesto e ottenuto dall’Europa di estrapolare i propri investimenti dal patto di stabilità europeo: chiede all’Europa, ciò che non concede ai Comuni. Il sistema degli enti locali, che fino ad oggi ha rappresentato il 70% degli investimenti pubblici, e i sindaci sono sull’orlo del burrone: non vorremmo che insieme a noi precipitassero anche i cittadini, che hanno dato fiducia alle nostre istituzioni”.

E’ quindi intervenuto l’assessore provinciale Roberto Ferrari: “I sindaci e i presidenti di Provincia sono i veri eletti direttamente dai cittadini – ha affermato l’assessore – ma il Governo sta facendo di tutto per delegittimare il ruolo politico degli amministratori locali. Le azioni del Governo sono tutto il contrario della sussidiarietà prevista dalla Costituzione, per fare in modo che i problemi scottanti restino in mano degli enti locali, quando dovrebbe farsene carico il governo centrale”. Sul patto di stabilità interno, rivisto in modo da impedire anche ai comuni in attivo di impiegare le risorse in cassa, l’assessore ha affermato: “Il patto viene continuamente rivisto, ogni anno, partendo dal dato che le amministrazioni locali hanno sempre dato il loro contributo anche oltre il dovuto, ma la dimensione del blocco in questo modo è diventata insopportabile. Siamo presi in giro: viene predicato un federalismo spinto, e invece assistiamo a un centralismo discrezionale che ci impedisce di risolvere i problemi delle comunità. Per questo dobbiamo continuare a mobilitarci e andremo oggi dal prefetto”.

E’ quindi intervenuta Barbara Berardinelli, neo sindaco di Reggiolo, che ha voluto manifestare da “neofita della politica, prestata all’amministrazione per spirito di servizio”, “tutto il mio sconcerto, tutta la mia indignazione per questo stato di cose intollerabile”. “Abbiamo condiviso analisi e progetti quando ci siamo candidati per tutti i cittadini, anche i più lontani a noi. Oggi la situazione è allarmante e per casa, lavoro, salute, sociale, assistenza ai più deboli, sicurezza registriamo l’inadempienza del governo. E’ il governo delle promesse disattese, del qui lo dico e qui lo nego, delle acrobazie verbali per dire quello che non è. Che fine hanno fatto la social card, la robin tax, la riduzione delle tasse, il piano di edilizia popolare, la sicurezza, il sostegno ai giovani, l’aiuto alle piccole e medie imprese, ai negozi che chiudono? Come dice il poeta: dormono, dormono sulla collina. Dopo l’abolizione dell’Ici, la riforma Gelmini, i tagli, il patto di stabilità si è abbattuto come il più incomprensibile dei paradossi”.

Il sindaco reggiolese ha quindi dato lettura dell’appello “Una cecità fuori dal comune” sottoscritto dai sindaci presenti e il corteo, guidato da Cesare Beggi, coordinatore di Legautonomie a Reggio Emilia si è poi recato in prefettura a consegnare il documento sottoscritto al prefetto.

Erano presenti alla manifestazione l’on. Maino Marchi, il consigliere regionale Gianluca Rivi, il segretario provinciale del Pd Giulio Fantuzzi, il segretario provinciale della Cgil Mirto Bassoli.

La mobilitazione non si ferma qui: tra le prossime iniziative di Legautonomie il 23 novembre si terrà in sala Tricolore il congresso regionale a qui parteciperanno gli amministratori da tutta l’Emilia Romagna.

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Il documento sottoscritto

Una cecità fuori dal Comune

Il Governo pensa al ponte sullo Stretto e taglia lo stretto necessario. Se questo è il federalismo.

Ma i Sindaci non ci stanno

Se il buongiorno del nuovo federalismo tanto enfatizzato da questo Governo si vede dal mattino, proprio non ci siamo. E’ notte fonda. E non c’è una minima luce. Questo Governo brilla per cecità.

I Sindaci però vedono

Vedono famiglie e persone, tante, quotidianamente, in grave, gravissima difficoltà.

E i Sindaci cercano, assieme alla Provincia, di offrire comunque risposte, pur trovandosi senza un minimo vitale di risorse. I Consigli comunali aperti, dedicati alle crisi economiche e sociali più evidenti non bastano più.

Quattro milioni sono i posti di lavoro a rischio nel nostro Paese.

Ed il Governo Berlusconi non fa nulla. Anzi. Pensa al ponte sullo Stretto e taglia lo stretto necessario gettando i Comuni, anche i più virtuosi, in un mare di difficoltà. Una insipienza inaccettabile. Una cecità fuori dal comune.

I Sindaci non ci stanno

I tagli sconsiderati e i vincoli insensati alla spesa, con centinaia di milioni bloccati solo sulla provincia di Reggio Emilia, ricadono sulle Amministrazioni più vicine ai cittadini producendo gravi conseguenze sul loro generale livello di vita. Anche a Reggio Emilia, i segnali di povertà, di precarietà, di sconforto sono evidenti. Bisogna reagire. C’è da dar voce al Comune ed al bene comune che le Istituzioni locali rappresentano.

I Sindaci reclamano a gran voce:

• La totale restituzione dell’ICI, secondo gli impegni già assunti dal Governo;

• Il ripristino dei finanziamenti per il Fondo Sociale Nazionale;

• Il ripristino degli stanziamenti necessari alla sicurezza delle città e al buon funzionamento della scuola pubblica;

• Il riesame dei criteri del Patto di Stabilità, al fine di permettere almeno quegli investimenti e quelle erogazioni indispensabili ad alleviare le gravi difficoltà dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie della nostra provincia.

 I Sindaci sono eletti dai cittadini. Il Governo ha il dovere di ascoltarli.