calendario_4Venerdì 11 dicembre le organizzazioni sindacali FP Cgil, FLC Cgil, USI AIT Sscuola e Sisa hanno proclamato uno sciopero nazionale per l’intera giornata o turno di lavoro. L’astensione dal lavoro potrà interessare il personale del Comune con contratto Enti Locali – Dirigenza – Scuola – Segretari Comunali. L’effettuazione dello sciopero comporterà il rispetto degli accordi sulle norme di garanzia per il funzionamento dei servizi pubblici essenziali sottoscritti tra la delegazione trattante del Comune di Bologna e le Organizzazioni sindacali.

L’assessore provinciale all’Istruzione, formazione, lavoro, Anna Pariani, in relazione alla giornata di sciopero nazionale dei lavoratori del Pubblico impiego, e generale di tutti i comparti proclamato a Bologna dalla Camera del Lavoro Metropolitana per domani, venerdì 11 dicembre.

«Domani, 11 dicembre 2009, i lavoratori che si riconoscono nella Cgil scenderanno in piazza contro la Finanziaria – che non prevede stanziamenti per il rinnovo dei contratti pubblici – per la stabilizzazione dei precari, per sostenere il ruolo importante delle Rsu, per protestare contro le scelte di politica economica del Governo nazionale inadeguate ad affrontare la grave crisi produttiva che sta determinando, anche sul nostro territorio, un aggravamento della condizione sociale. Lo stesso giorno, anche i lavoratori di scuola, università, ricerca e formazione professionale manifesteranno a Bologna, assieme a tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, nella convinzione che l’investimento in formazione e ricerca rappresenti una scelta strategica per affrontare la crisi guardando al domani. Le disastrose scelte del Governo sui comparti della conoscenza, i tagli di risorse e la riduzione di personale per effetto della legge 133/08 stanno infatti inficiando qualunque possibilità di riforma e di qualificazione. Già oggi, dopo il primo anno di applicazione dei tagli, le scuole sono in grande sofferenza riguardo alle normali attività didattiche, che sono garantite solo grazie agli straordinari dei docenti. Le famiglie non hanno il modello di istituto a cui avevano iscritto i loro figli, mentre insegnanti e dirigenti sono lasciati soli a gestire i tagli, generando un pericoloso modello di scuola ‘fai da te’ senza alcun modello educativo. Tutto questo in un contesto di generale denigrazione del lavoro e dei lavoratori delle istituzioni pubbliche. Anche la scuola secondaria superiore, a poche settimane dalle iscrizioni dei ragazzi per il prossimo anno scolastico, è nel caos, a metà del guado di una riforma degli indirizzi e delle figure professionali che il Governo, dopo mesi, non ha varato. A tutto questo, la Provincia, assieme alla Regione Emilia-Romagna ed ai Comuni del territorio, ha risposto proponendo azioni di sostegno alle famiglie e politiche di aiuto alla scuola sui piani dell’offerta formativa, rifiutando l’idea di sostituirsi allo Stato che, secondo la Costituzione, deve garantire il diritto alla scuola pubblica su tutto il territorio nazionale. Per queste ragioni mi sento vicina a tutti i lavoratori e lavoratrici in sciopero e auguro che la loro mobilitazione possa cambiare le politiche senza prospettiva di questo Governo e del Ministro dell’Istruzione».