“Sarebbe carino se gli esponenti politici del PD di Modena, che nelle ultime ore hanno dedicato il loro preziosissimo tempo a criticare l’utilizzo del termine cannibale utilizzato per commentare il comportamento dell’extracomunitario che ha strappato un orecchio a morsi ad un poliziotto modenese, facessero un piccolo esercizio ginnico/culturale: dovrebbero infatti sforzarsi di prendere un vocabolario di lingua italiana, dargli una sfogliatina e cercare la definizione del termine finito sul banco degli imputati. Ecco, così facendo, i professionisti del perbenismo ad orologeria potrebbero (forse) finalmente illuminarsi e, stropicciati per bene gli occhietti, finirebbero per scoprire che non vi è altra definizione possibile al di fuori di quella utilizzata”.
Lo ha dichiarato il coordinatore vicario del PDL modenese Enrico AIMI che ha così rispedito al mittente il j’accuse lanciato ieri dal capogruppo del Pd in Consiglio Comunale Paolo Trande.
“E non si tratta solo di definizione etimologica e grammaticale – ha poi aggiunto Aimi – ma anche di semplice buon senso. Vorrei infatti sapere i compagni del PD che nome vorrebbero dare al comportamento di un extracomunitario che, pregiudicato ed espulso, si avventa improvvisamente su uomo per strappargli a morsi un pezzo d’orecchio? Si tratta forse, per loro, di un comportamento da educanda Orsolina? – si è chiesto l’esponente del partito di Berlusconi che ha poi aggiunto – Peccato che sia stata persa ancora un’occasione per lasciare spazio ad un più prolifico silenzio. Proprio nel giorno in cui è stata pubblicata l’ennesima bocciatura a danno di Pighi e Sabattini, dal “partitone” non hanno saputo resistere e, alzato lo sguardo sin lì puntualmente rivolto verso il proprio ombelico, è partita l’ennesima sparata fuori luogo. Sì – ha concluso Aimi – perché con una città in picchiata sotto tanti punti di vista ed una criminalità crescente a ritmi vertiginosi, dal PD non hanno saputo fare altro che indossare i soliti panni da professorini e tentar di dare la solita lezioncina facendo la punta alle matite. Peccato che dietro la lavagna ci siano sempre loro. Ormai in pianta stabile”.