Sono state 29 le aziende emiliane coinvolte nel Supply Chain Meeting, organizzato da Enel e da Confindustria e dedicato alla filiera italiana dell’industria nucleare, che si è svolto oggi a Roma. Più in particolare, tra le aziende della regione, hanno preso parte all’evento 3 imprese della provincia di Bologna, 4 della provincia di Modena, 11 della provincia di Piacenza, 3 della provincia di Parma, 4 per quella di Ravenna, 2 per Reggio Emilia e 1 a testa per le province di Forlì-Cesena e di Ferrara.

L’incontro è il primo di una serie di appuntamenti dedicati, nel corso dei quali Enel illustrerà alle aziende italiane interessate il processo di coinvolgimento e di qualificazione dell’industria nei progetti EPR, relativi alla ripresa del programma per la produzione di energia nucleare in Italia, che saranno realizzati da Enel-EDF.

Ad una prima sessione plenaria di carattere informativo nella mattinata, sono seguiti nel pomeriggio alcuni workshop tecnici, in cui sono stati approfonditi gli elementi di dettaglio relativi agli aspetti di ingegneria, opere civili, componenti meccanici ed elettrici, montaggi.

Secondo le stime di Confindustria, per la realizzazione delle centrali in Italia sono previsti investimenti complessivi per 30 miliardi di euro, il 70% dei quali si stima possa rappresentare la quota che le aziende italiane potrebbero essere chiamate a gestire. Il solo piano di Enel-EDF, in particolare, coprirà 16-18 miliardi di euro in termini di investimenti.

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Le dichiarazioni più significative di Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, e di Fulvio Conti, Amministratore Delegato di Enel:

”L’idea alla base del nucleare e’ arrivare al 25% del totale del fabbisogno energetico nazionale. Stiamo ragionando per investimenti pari a 30 miliardi di euro e se riusciamo a fare sistema, stimiamo che circa il 70% di questi investimenti potrebbe riguardare l’indotto italiano”. Sono queste le stime fornite dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in merito al possibile ritorno per il sistema italiano del rilancio del programma nucleare nel nostro Paese. Secondo Marcegaglia, il nucleare e’ ”una grande opportunita’, non solo di lavoro, business e crescita, ma anche di qualificazione tecnologica, che le nostre aziende sono pronte a intraprendere”. Parlando al primo Supply chain meeting, Marcegaglia ha ribadito che ”Confindustria da sempre sostiene che questa e’ un’opzione intelligente e necessaria”, particolarmente utile per il rilancio del settore industriale italiano in un momentodi crisi come questo, in cui gli investimenti sono bassi. (Ansa).

Le quattro unita’ nucleari Epr che Enel ed Edf costruiranno in Italia ”muoveranno investimenti per un totale di circa 16/18 miliardi di euro”. Un’occasione unica per il fronte industriale italiano, che, ricostruendo il know-how necessario, potra’ ottenere benefici considerevoli, anche sui mercati internazionali. Cosi’ l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, prova a spiegare alla platea degli industriali i benefici del ritorno all’atomo in Italia. ”Meglio lavoreremo insieme a questo processo di innovazione culturale e di qualificazione produttiva, maggiori saranno i benefici per la nostra ricchezza sociale, industriale e tecnologica. Benefici – sottolinea Conti – che non deriveranno solo dalle attivita’ in Italia. L’esser partiti presto e col piede giusto ci consentira’ di puntare ancora piu’ in alto, ovvero di portare le nostre eccellenze oltre confine e partecipare con buone chance ai molti progetti Epr che saranno avviati in tante altre nazioni”. Anche per questo motivo e’ necessario un ”fronte unitarioche sappia sgretolare il muro del ‘non fare’ e la cultura del Nimby (‘not in my backyard’ non nel mio giardino, ndr) ed innescare l’atteso rilancio economico e industriale, dando un serio contributo alla competitivita’ delle imprese nello scacchiere internazionale”. La tecnologia nucleare, ribadisce Conti, ”esige forniture eccezionali per tipologia, qualita’ e sicurezza: pertanto potremo operare esclusivamente con aziende che sapranno superare un processo di qualificazione molto rigoroso. Avvieremo nei prossimi mesi le survey e il processo di pre-qualifica delle imprese interessate al progetto”. In definitiva, conclude l’a.d. di Enel, il nucleare ”non e’ un progetto di paese, ma un progetto del Paese. Un’occasione unica di rilancio dell’industria, dell’economia, della formazione e dell’occupazione, che andra’ intrapresa nell’interesse nazionale facendo squadra tra le istituzioni e il sistema industriale”. (Ansa).

 Al momento tutte le indiscrezioni circolate sui siti destinati ad ospitare le prossime centrali nucleari italiane sono illazioni ed e’ per tanto prematuro parlarne. Lo ha detto, nel corso del convegno ”Cupply chain meeting”, l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, spiegando che in merito alla scelta dei siti ”il decreto legislativo e’ chiaro: dovranno essere fissati i criteri e poi piu’ puntualmente elencati dall’Agenzia della sicurezza, che deve essere ancora formata. Siccome non abbiamo accesso a queste informazioni, parlare di siti e’ assolutamente prematuro e fuori luogo”. Secondo Conti in questo momento ”stiamo parlando, in assenza di legislazione, di illazioni e io non parlo di illazioni ma di sostanza”. Interrogato sulla possibilita’ che alcune regioni possano ostacolare la scelta dei siti Conti ha risposto: ”spero di no, da qualche parte dobbiamo pur farle”. In definitiva, ha concluso Conti, ”credo che ci sia bisogno di una forte campagna di comunicazione per dissolvere i pregiudizi e la paura dell’incognito”. (Ansa)