Nuovo appuntamento con la Scuola di Etica e Politica della Gabella, alle ore 21 di venerdì 22 gennaio appuntamento con Michele Ainis, uno dei più costituzionalisti più rinomati del paese. Editorialista per Corriere della Sera, La Stampa, Panorama e Il Sole 24 ore, Ainis si confronterà attorno ad alcuni temi contenuti nel libro “La Cura” edito da Chiarelettere.

L’incontro sarà uno spunto per affrontare dieci punti che Ainis inserisce come priorità per ricostruire un paese sano, basato sui principi di uguaglianza, di merito e sulla legalità.

Proposte dure ma di vero riformismo quelle che propone il prof. Ainis: “Troppi giovani bravi e onesti restano al palo – dichiara il Costituzionalista – troppe donne emarginate. Troppi singoli contro il concistoro delle lobby. Troppi spiriti liberi lasciati soli contro il conformismo dei partiti, dei sindacati, delle chiese. Serve una terapia d’urto”.

LA CURA

L’appello di Ainis è chiaro: bisogna passare dalle parole ai fatti, senza sperare che la riforma venga dall’alto. Secondo il Costituzionalista: “Un grande ostacolo è l’ignoranza che unita a una buona dose di disillusione, rende il cittadino un apatico rassegnato: “Tanto le cose non cambieranno mai…”. Dobbiamo prenderci cura del nostro paese”.

E Ainis ha alcune proposte, prima tra tutte contrastare lo strapotere delle lobby, che soffoca sistematicamente il singolo individuo, quello fuori dal coro, quello che ha denunciato le “magagne” di un sistema dal quale rischia di essere inglobato. Entriamo poi all’interno dei sistemi dei partiti e dei sindacati, dominati da oligarchie inamovibili ed immuni a qualsiasi tipo di regola giuridica che ne assicuri la trasparenza e la democrazia interna. La denuncia di Ainis non risparmia certamente le università, sedi non solo della formazione ma anche, tristemente, dell’illegalità perpetuata impunemente. E ancora: troppo poca trasparenza nei concorsi pubblici, pregiudizi che ancora oggi affliggono le donne e gli stranieri, ignoranza e formazione inesistente ai piani alti del governo, favoritismi, conflitti d’interesse, nepotismo in ambito pubblico e politico.

BIOGRAFIA

Michele Ainis, costituzionalista, è un siciliano trapiantato a Roma da vent’anni e passa. A Messina, nel 1978, scrive la sua tesi di laurea con la guida di Temistocle Martines, che successivamente lo avvia alla carriera accademica, e soprattutto gli impartisce una lezione di rigore civile. A suo modo, questo stesso libro ne è una conseguenza.

Ma questo libro è anche l’ultimo d’una serie fin troppo nutrita. Nell’ordine: “L’entrata in vigore delle leggi” (Cedam 1986); “Cultura e politica” (Cedam 1991); “Le parole e il tempo della legge” (Giappichelli 1996); “La legge oscura” (Laterza 1997, nuova edizione 2002, più volte ristampato); “Se 50.000 leggi vi sembran poche” (Mondadori 1999); “L’ordinamento della cultura” (Giuffrè 2003, nuova edizione 2008, con M. Fiorillo); “La libertà perduta” (Laterza 2003); “Le libertà negate” (Rizzoli 2004); “Vita e morte di una Costituzione” (Laterza 2006); “Stato matto” (Garzanti 2007); “Chiesa padrona” (Garzanti 2009).

Ainis ha anche pubblicato, insieme a Martines, un “Codice costituzionale”, che ha ricevuto due edizioni per i tipi di Laterza (l’ultima nel 2002), sei edizioni per i tipi della Led (l’ultima nel 2007). Ha curato un “Dizionario costituzionale” (Laterza 2000), nonché – fra l’altro – “Informazione, potere, libertà” (Giappichelli 2005) e “I referendum sulla fecondazione assistita” (Giuffrè 2005). E ha firmato un centinaio di saggi scientifici su vari temi del diritto costituzionale.

Dopo di che, se scrivere è una forma di nevrosi (almeno in questo caso sì), c’è da aggiungere un’intensa attività di editorialista, con più di cinquecento articoli su vari organi di stampa. Sporadicamente sul «Corriere della Sera» (nel 1997), «Italia Oggi» (1998-2000), «Il Riformista» (2003-2006), «Panorama» (2005), «Il Sole 24 Ore» (2009). In modo organico e continuativo su «La Stampa», dal 1998 in poi.

Da qui qualche riconoscimento, che in Italia non si nega mai a nessuno. Per esempio il premio Tosato (1990), un premio della Cultura della presidenza del Consiglio dei ministri (1991), il premio «Libri dell’anno nella scienza giuridica» (1997 e 2004), il premio «Giurista dell’anno» da parte della European Law Students’ Association (1999), il premio «Santa Marinella» (2004).

Quanto all’insegnamento, comincia nel 1984. Come ricercatore a Messina, poi a «La Sapienza» di Roma, quindi (da ordinario) all’Università di Teramo, infine a «Roma Tre».