Da tempo, in Emilia Romagna sono attivi soggetti contigui al cartello del clan dei Casalesi che hanno esteso i propri interessi in alcuni settori economici ed imprenditoriali, rappresentando un serio rischio per il settore degli appalti pubblici.

I casalesi sono arrivati nella ricca Emilia, in un primo momento per fornire supporto logistico ai latitanti e poi per agevolare penetrazioni finanziarie illecite nel mercato immobiliare e nella gestione d’impresa. Nei territori di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Rimini e Ferrara la pressione estorsiva della delinquenza campana è stata esercitata non soltanto nei confronti d’imprenditori edili d’origine campana, ma anche verso quelli d’origine emiliana. Secondo quanto riferito dal capo dell’ufficio requirente, al momento, i soggetti legati alla camorra riconducibili al clan dei Casalesi sono presenti in particolar modo nella provincia di Modena, soprattutto nell’area che abbraccia i comuni di Castelfranco Emilia, Nonantola, Bomporto, Soliera, S. Prospero, Bastiglia e Mirandola. Le attività illecite esercitate si concentrano per lo più in estorsioni e gestione del gioco d’azzardo (da pagina 41 del XXII Rapporto “Le mani della criminalità sulle Imprese presentato il 27 gennaio 2010).

Poche righe dopo, per completare il quadro, si ricordano i nomi e i cognomi degli esponenti di spicco della malavita organizzata arrestati nella nostra provincia. Si tratta di fatti noti e, purtroppo assodati, che ci ricordano come l’attenzione deve assolutamente rimanere alta. A sottolinearlo è Confesercenti Modena, a pochi giorni dalla presentazione del ‘Rapporto Sos Impresa’ che offre uno spaccato, tanto approfondito quanto inquietante, su tutte le attività illegali delle organizzazioni mafiose.

Utilizzando una formula certamente forte ma efficace, nel rapporto ripetutamente si fa riferimento a “Il picciotto con la partita Iva”. Un modo sintetico per sottolineare come la malavita sappia modificare le sue modalità di aggressione del tessuto sano della società, adattando i propri comportamenti al contesto in cui intende agire. Un modo sempre più subdolo, camaleontico, che rende ancora più complessa l’individuazione del confine netto tra ciò che è legale e ciò che non lo è. La mafia Spa conferma d’essere anche un grande gruppo imprenditoriale e finanziario dagli innumerevoli interessi economici, che detiene anche quote azionarie in molte altre società. Come tutte le grandi imprese il capitale accumulato viene riconvertito, attraverso la costituzione di nuove aziende soprattutto, ma non necessariamente, a conduzione familiare, con stringenti logiche aziendali rafforzate dall’uso della violenza e dell’intimidazione, in grado di intervenire nell’economia legale. Un reticolo d’imprese nelle quali assume diversi ruoli giuridici: ora detenendone direttamente la titolarità e il controllo, ora avvalendosi di prestanome, in altri casi agendo in compartecipazione con imprenditori e professionisti collusi alla stregua di un imprenditore occulto.

A fronte di una maggiore fragilità della nostra economia duramente colpita dalla crisi, l’aggressività della malavita è ancora più pericolosa. Per questo, ancora una volta, Confesercenti Modena ricorda che per respingere gli attacchi è fondamentale rafforzare ed affinare la capacità investigativa e di repressione a partire dal potenziamento della DDA, Dipartimento Distrettuale Antimafia di Bologna. L’Associazione ribadisce inoltre che va perseguita e sostenuta l’idea più volte espressa dal Procuratore Vito Zincani di istituire un pool specializzato nella lotta alla criminalità organizzata, dotato di competenze tali da cogliere immediatamente tutti i segnali che riconducono a infiltrazioni della criminalità organizzata.

Si tratta di una battaglia che certamente vede impegnati prima di tutto le forze dell’ordine e la magistratura, donne e uomini ai quali va la nostra gratitudine; ma che richiede anche l’impegno dell’intera società civile per mantenere fitte le maglie del nostro tessuto sociale e quindi impedire che pericolose infiltrazioni possano attecchire. Ognuno di noi può fare la sua parte e anche le associazioni possono dare il loro aiuto grazie alla profonda conoscenza del territorio e delle imprese che vi operano, conclude Confesercenti Modena.