I cambi d’amministrazione stanno portando in luce in alcuni comuni della provincia i limiti di certe convenzioni stipulate all’interno delle Unioni. Proprio sulla firma delle convenzioni, il distretto ceramico si è sfaldato, e ora tocca all’Unione Terre dei Castelli affrontare un momento difficile.

Sarebbe giunto il momento di registrare, da parte di quelle Unioni in cui è avvenuto un cambio di fronte politico, che un sindaco che giunge ad amministrare aree dove non c’è mai stata una vera alternanza di governo, prima di dire di si a tutto quanto si presenta sulla scrivania, deve guardare meglio dentro la macchina comunale.

Lo so per aver svolto questo ruolo: credo sia corretto voler capire meglio, da parte del sindaco di Savignano, cosa comporta il corpo unico di polizia. Lo deve ai suoi elettori che hanno firmato con lui un contratto che ha dato chiaro il segnale del cambiamento. Chi ha cambiato voto non desidera che il nuovo governo cittadino lasci che tutto prosegua nei binari precedenti. Non significa necessariamente uscire dall’Unione, ma concertare meglio gli accordi.

Le parole del sindaco di Vignola, Daria Denti, e assessore dell’Unione Terre di Castelli, che snocciolano cifre, quasi a voler dire: “non ti conviene mettere i bastoni fra le ruote”, non cercano la mediazione. Ed è invece la politica che dovrebbe avere predominanza in questi casi: la politica non dovrebbe nascondersi sempre dietro le cifre, ma assumere la responsabilità di scelte che vedano il bene di tutti. Se il meglio per questo territorio è la conservazione dell’Unione, allora bisognerà cercare un accordo, non dare ultimatum.

(Avv. Gian Paolo Lenzini, Vice coordinatore regionale – PDL)