lunedì il Consiglio Comunale di Modena, dopo quello di Pavullo, discuterà del cosiddetto registro di fine vita.
Si tratta, a mio avviso, di un dispositivo tanto ideologico quanto inutile. Da un lato è evidente la strumentalizzazione di questi temi da parte di chi porta avanti una visione eutanasica, mentre dall’altro è chiaro che – senza una legge nazionale sul fine vita – questi pronunciamenti locali non servono a nulla.
Ma la cosa che mi rattrista di più è che questa vicenda mostra, ulteriormente, l’irrilevanza e la subalternità che i cattolici hanno nel PD, a Modena e nel resto del Paese.
Il dibattito sul registro non è che l’ultimo atto di questa deriva: basti ricordare la candidatura della Bonino in Lazio, l’uscita dal PD di diversi parlamentari cattolici come Lusetti, Carra, Binetti, Baio Dossi. Come non ricordare, poi, a livello regionale, i cosiddetti Dico all’emiliana, così avversati dalle Chiese dell’Emilia – Romagna.
Anche in questo caso ciò che fa più male è l’ignavia dei politici cattolici del PD.
Andando a riguardare il sito della Margherita di Modena di 5 anni fa, troviamo dei candidati alle regionali dell’epoca che affermavano: “Con me mai i Dico!”.
Oggi, ancora candidati, gli stessi sono i principali difensori dei Dico in salsa emiliana.
Devo dire, poi, che ho provato amarezza nel vedere il segretario cittadino del PD, al quale mi legano anni di comune militanza nella ex Margherita, difendere strenuamente in conferenza stampa l’istituzione del testamento a livello comunale. Ma dove è finita la passione per gli ideali, per i valori?
Davvero per compiacere chi comanda dentro il PD bisogna abiurare i propri principi?
E le indicazioni della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna non contano proprio nulla?
Questa mia lettera vuole invitare gli amici cattolici del PD ad un sussulto di dignità.
In particolare, mi rivolgo ai consiglieri comunali modenesi di formazione cattolica: lunedì date prova di coerenza!
Dimostrate che c’è ancora possibilità di fare politica da cattolici a testa alta.
Da parte mia, com’è noto, ho fatto la mia scelta: ho deciso di tener fede ai miei valori e alla mia dignità.
Per questo motivo mi sono candidato alle regionali con l’UDC.
Con immutata amicizia
Raimondo Soragni