“L’operazione di polizia condotta a termine oggi rappresenta la conferma dell’allarme lanciato anche dal nostro Ordine non più tardi di martedì scorso, in occasione del convegno sulle infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici e dell’edilizia. Anche alla luce di questi ultimi arresti, credo che ormai nessuno possa più sostenere che il territorio modenese sia immune o estraneo alla presenza malavitosa”.“La realtà è che il crimine organizzato nella provincia di Modena è sempre più radicato, anche se non sempre ciò emerge alla luce del sole: è ora che tutte le forze che hanno a cuore il bene comune si confrontino e coalizzino per contrastare il radicamento delle cosche mafiose, camorristiche e della ‘ndrangheta”.

Questo è il commento di Pietro Balugani, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Modena, alla notizia delle venti ordinanze di custodia cautelare in carcere e dei cinque arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Bologna insieme alla Polizia di Modena nei confronti di altrettanti affiliati al famigerato clan dei Casalesi attivi nel Modenese.

“Da quanto emerso finora – prosegue Balugani – sembra confermata la usuale dinamica delle estorsioni nei confronti di imprenditori (in particolare del settore edile) e di reinvestimento di capitali sporchi in attività lecite. Si tratta di procedure ormai acclarate, che anche l’Ordine degli Ingegneri di Modena ha denunciato nel corso del convegno “Costruzioni, appalti e mafia: il ruolo del professionista nel contrasto alle infiltrazioni mafiose”, tenutosi martedì 16 marzo presso il Baluardo della Cittadella. Il convegno è stato organizzato proprio per fare il punto sull’economia dell’illegalità nella nostra provincia e indicare quale possa essere il ruolo dei professionisti nel contrastare le infiltrazioni mafiose nei settori dell’edilizia e degli appalti pubblici”. Nel corso del convegno, che ha visto un’alta affluenza di pubblico e che ha rappresentato il primo caso in Italia di seminario sulla mafia organizzato da un Ordine di Ingegneri, il procuratore capo di Modena, Vito Zincani, ha annunciato la nascita di un superpool regionale che avrà il compito di monitorare e contrastare le infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna. “E’ ormai evidente che anche le associazioni di categoria e gli Ordini professionali possono e debbono attivarsi per contrastare questo fenomeno” sottolinea il presidente degli ingegneri modenesi. E’ per questo motivo che, per esempio, l’Ordine degli Ingegneri di Modena ha organizzato il convegno sulla mafia negli appalti ed ha aderito a Libera, l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti che fa del contrasto alla malavita la sua stessa ragion d’essere e che ha avuto il merito di risvegliare le coscienze e di avere sintetizzato le piccole battaglie dei singoli in un’unica grande battaglia. “Aderire a Libera – afferma l’ing. Balugani – significa impegnarsi direttamente nella costruzione di una rete locale forte, capace di diffondere e sostenere le tematiche della legalità. Diffondere un senso di responsabilità civile è uno degli obblighi principali di un Ordine Professionale. È dovere dell’Ordine Professionale sostenere e accompagnare la presa di coscienza del singolo associato che si trova a fronteggiare una presenza mafiosa nel suo ambito lavorativo. È auspicabile che tutti gli Ordini Professionali si facciano promotori di una “Carta etica”, contro la mafia e per la legalità della professione. Una condanna chiara della mafia, senza equivoci, con riscontri nel codice deontologico potrebbe rappresentare il vero inizio della lotta alla mafia. Il professionista non dovrebbe più giustificare accondiscendenza, ambiguità di operato e accettazione passiva di ricatti e di illeciti. Questo è l’impegno degli ingegneri modenesi. Invitiamo tutti gli Ordini professionali a fare altrettanto”.