Serenità: è ciò che chiede e, al tempo stesso, pretende il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel celebrare la ‘Festa della Liberazione’ considerata una data fondamentale e unificante per l’intera Nazione italiana. “Un clima di grande serenità può e deve circondare comunque le celebrazioni del 25 aprile”, sottolinea il capo dello Stato nella cerimonia al Palazzo del Quirinale, alla presenza dei ministri della Difesa e dell’Interno Ignazio La Russa e Roberto Maroni. Una giornata che, ricorda Napolitano il quale in mattinata ha deposto come di consueto una corona di alloro all’Altare della Patria rendendo omaggio al Milite Ignoto, “ha un significato nazionale, per il valore di riconquista e di condivisione del senso della Nazione e della Patria, di riaffermazione di una rinnovata identità e unità nazionale”. In tal senso, ribadisce il presidente della Repubblica, “il 25 aprile è il giorno della Liberazione e insieme il giorno della riunificazione dell’Italia, a conclusione di una drammatica divisione in due e di una profonda lacerazione del nostro Paese”.Il presidente Napolitano tiene a sottolineare “il significato solenne di questa giornata” che ha segnato “la riconquista della libertà e dell’indipendenza dell’Italia”. Occorre dunque “mantenere costantemente viva negli italiani la memoria di tali eventi, che cambiarono radicalmente i destini del nostro Paese”. Il capo dello Stato auspica che anche la celebrazione odierna al Quirinale, come quella presieduta ieri alla Scala di Milano, contribuisca a “trasmettere soprattutto alle giovani generazioni il significato degli anni della Resistenza e della Liberazione”. Proprio “i valori e gli ideali di Libertà, di pace e di giustizia che sono stati consacrati, sull’onda della liberazione, nella Costituzione repubblicana, ispirano ora l’impegno del nostro Paese nelle organizzazioni internazionali, nell’Onu come nella Ue e nelle missioni di stabilizzazione e di sostegno allo sviluppo istituzionale, economico e sociale in aree di crisi, dal Libano ai Balcani e all’Afghanistan”. Il 25 aprile “deve essere in maniera categorica la festa dell’Unità d’Italia e della coesione sociale alla quale ci richiama sempre il presidente della Repubblica”, ha detto il presidente del Senato Renato Schifani intervenendo oggi alla cerimonia per la Festa della Liberazione al Giardino Inglese di Palermo. “L’Italia ora più che mai, alla vigilia dell’attuazione dei decreti delegati sul federalismo – ha aggiunto – non può che richiamarsi a questi alti valori. Dobbiamo essere uniti anche in memoria di tutti i scarifici che milioni di italiani hanno pagato per l’unità del nostro paese”.A 65 anni dalla Liberazione ”è maggiore la consapevolezza di aver lasciato alle spalle le tante ferite inferte da quel drammatico periodo, per una ritrovata unità e concordia nazionale, nel solco di memorie condivise”. E’ quanto sottolinea il ministro della Difesa Ignazio La Russa, in un messaggio inviato alle forze armate in occasione del 25 aprile, anniversario della Liberazione. “E’ un fatto importante e positivo, del quale dobbiamo essere tutti grati a Giorgio Napolitano e a Silvio Berlusconi, che il capo dello Stato e il presidente del Consiglio lavorino per unire il Paese”, afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. “Il discorso di ieri a Milano del capo dello Stato, e il suo richiamo di quanto il premier aveva sostenuto un anno fa ad Onna, vanno – aggiunge – nella direzione auspicata dalla stragrande maggioranza degli italiani: una celebrazione non retorica della Liberazione; la gratitudine sia verso gli alleati angloamericani sia verso gli italiani che seppero lottare per la democrazia; un sincero afflato non solo antifascista, ma antitotalitario, e quindi anche una netta opposizione alle dittature di ogni segno e colore; uno spirito di rinnovata armonia e spirito di collaborazione nel Paese”. Intanto la neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini è stata contestata mentre partecipava alla manifestazione a Porta San Paolo a Roma. Invitata dal presidente dell’Anpi la presidente avrebbe dovuto intervenire dal palco. Proprio mentre si accingeva, con il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il presidente dell’Anpi Massimo Rendina, a salire sul palco qualcuno ha urlato ”Polverini vattene” e ”via i fascisti”. Rendina ha quindi cercato di placare gli animi invitando al rispetto delle istituzioni: ”Noi rispettiamo le istituzioni libere e democratiche, le abbiamo volute noi”. Appello rimasto però inascoltato. Ai fischi è quindi seguito il lancio di monetine, uova, frutta e fumogeni. Anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che le era accanto, è stato colpito da un frutto vicino a un occhio. Vista l’impossibilità di proseguire la presidente ha deciso di lasciare il palco. Stessa decisione ha preso il presidente della Provincia Zingaretti. Dal palco Rendina, colpito anche lui di striscio, ha invitato la folla alla calma. Dai contestatori l’Anpi ha preso le distanze: “Che antifascisti siete” ha detto Ernesto Nassi dell’Anpi.

Fonte: Adnkronos