Anni Settanta. Anni di importanti conquiste civili, ma anche di drammatica violenza politica. Per cercare di leggere una stagione molto vicina, e assai controversa, della nostra storia più recente, il Comune di Reggio Emilia con Istoreco, per la cura di Mirco Carrattieri e Massimiliano Panarari organizza il ciclo Vittime di pace. La notte della Repubblica, presentato oggi alla stampa dall’assessore comunale alla Cultura Giovanni Catellani, insieme ai due curatori.
Il “caso Moro”. L’omicidio da parte delle Brigate rosse del vicedirettore de “la Stampa” Carlo Casalegno. L’assassinio dell’“eroe borghese” Giorgio Ambrosoli su mandato di Michele Sindona (e di altri poteri oscuri). La strage di Bologna, oggetto di infiniti depistaggi. Il Dc9-Itavia abbattuto a Ustica. Altrettanti accadimenti tragici, di natura differente, che hanno fatto vittime di pace e hanno fatto calare la lunga, triste “notte della Repubblica”.
Un ciclo di incontri, in programma a Reggio Emilia dal 27 maggio al 15 luglio, nella Biblioteca delle Arti e nella Biblioteca Panizzi, sulla violenza politica, e sulle trame e le deviazioni, ancora in parte faticosamente da dipanare, della storia italiana contemporanea, dalle quali, non va dimenticato, sono venuti ostacoli decisivi al saldarsi del patto di cittadinanza tra gli italiani (le cui conseguenze viviamo tutti i giorni). Una serie di testimonianze dirette che consentiranno di ascoltare le voci provenienti dalla parte di coloro che furono vittime. Con l’avvertenza che ai magistrati e agli storici di professione, naturalmente, spetta il compito di vagliare le memorie e di collocarle nel giusto quadro, ma ripercorrere quelle vicende, in ogni caso, costituisce anche un dovere etico.
Una rassegna, realizzata in collaborazione con le case editrici Becco Giallo, Chiarelettere, Sironi e con Infoshop Mag6, che intende utilizzare i vari linguaggi comunicativi della contemporaneità per cercare di capire quanto avvenuto: le parole, innanzitutto, ma anche il teatro e le graphic novel.
“DOVEVA MORIRE”: L’INCHIESTA SUL DELITTO DI ALDO MORO
Giovedì 27 maggio alle ore 21, alla Biblioteca delle Arti
“Doveva morire” con Ferdinando Imposimato
Il ciclo Vittime di Pace. La notte della Repubblica, organizzato dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Istoreco, inizia giovedì 27 maggio, alle ore 21, alla Biblioteca delle Arti (piazza della Vittoria, 5) con la presentazione del libro ” Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il giudice dell’inchiesta racconta” di Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato (edito da Chiarelettere). Un libro che racconta l’altra storia del delitto Moro, ancora oscura e tragicamente piena di misteri.
Il libro ripercorre un periodo buio della storia italiana del dopoguerra attraverso un lavoro di ricerca ampio, preciso e documentato. Il giudice Imposimato, uno tra i più noti in Italia, e il giornalista Provvisionato, con intelligenza e senza fare ricorso a dietrologie, affrontano un argomento scottante facendo emergere fatti nuovi attraverso testimonianze e prove fondamentali non acquisite dai magistrati nei primi anni dell’indagine.
Un documento storico prezioso, che risponde a parecchi interrogativi.
Moro era una persona scomoda, non soltanto per i brigatisti, ma soprattutto per una parte della Dc e per la Cia, e doveva morire anche per non far emergere alcuni segreti di stato – di cui era a conoscenza – come il caso Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina promossa dalla Nato in tutto il blocco occidentale.
“Doveva morire” ha tutti gli elementi di un thriller pur essendo un’inchiesta, fa appassionare e amareggia, ed è un libro sui sentimenti umani, deviati e corrotti dal potere. Aldo Moro era un personaggio scomodo, non allineato, che destava preoccupazioni in alcune componenti della classe politica e presso taluni circoli di potere e, per questo motivo, in diversi avevano interesse a fermarne l’azione.
La vicenda Moro ha commosso milioni di italiani, incollati davanti al televisore in attesa della notizia della liberazione, ma non ha fornito risposte gettando il solito alone di mistero su una pagina vergognosa della storia repubblicana italiana. Ma finalmente, a distanza di più di trent’anni dal sequestro di Via Fani, Imposimato e Provvisionato sciolgono numerosi nodi e, con rigore e prudenza, offrono alle generazioni future una pietra miliare di giornalismo d’inchiesta.
Ferdinando Imposimato è uno dei magistrati che si è occupato del caso Moro. Docente universitario, parlamentare della sinistra indipendente per tre legislature, si è occupato tra l’altro anche dell’attentato al Papa e ad inchieste su mafia e camorra.
Sandro Provvisionato, giornalista, ha lavorato per dodici anni all’Ansa, adesso è curatore e conduttore del settimanale Terra!
“Doveva morire” è stato presentato e continua ad esserlo in tutte le principali città d’Italia ed anche in Europa. Il I giugno Ferdinando Imposimato lo presenterà a Vienna (Bezirksgericht all’interno dell’incontro Der Fall Aldo Moro; moderato da Franz Kössler.