Spiace dover registrare da parte dell’assessore del Comune di Modena Daniele Sitta l’accusa di “silenzio assordante” sui temi della casa e dello sviluppo della città di Modena. Forse, l’assessore Sitta dimentica che dal 2005 la Cgil ha posto, a partire dal proprio Congresso, il tema della crescita sostenendo che nella nostra realtà provinciale si sta crescendo troppo e per molti aspetti male!

Dal 2000 ad oggi la popolazione è passata da 632.000 a circa 700.00 residenti, quindi con un aumento di circa 70.000 unità. La Cgil ha chiesto che si aprisse una riflessione su questo processo convinti che il territorio è un bene finito e che occorra coniugare la crescita, alla qualità dello sviluppo, introducendo elementi di programmazione selettiva . E’ ovvio che questa dinamica richiedeva e richiede una discussione capace di coinvolgere l’insieme delle Amministrazioni locali a partire dall’area vasta modenese, ovvero i Comuni contigui.

In tale contesto abbiamo apprezzato i contenuti del piano di programmazione provinciale (PTCP) che ha introdotto limitazioni ai processi di crescita ai PSC ed ai PRG che i Comuni intendevano adottare.

Nonostante la crisi che colpisce duramente la nostra realtà provinciale, e le limitazioni introdotte dal PTCP, ancora oggi registriamo un aumento della popolazione accompagnato da una forte presenza vuoti – invenduti o sfitti – 55.000 a livello provinciale, mentre le difficoltà economiche si abbattono sulle persone che hanno difficoltà a pagare i muti e gli affitti con un’impennata negli ultimi 2 anni (2009-10) degli sfratti per morosità.

E’ ovvio, quindi, che occorre intervenire a sostegno del bisogno di casa e degli affitti, ma occorre farlo all’interno di un contesto che sleghi gli interventi urbanistici dalla crescita, e dalla sua qualità, e dalle prospettive dell’occupazione.

Questa è la discussione che rivendichiamo da tempo al Comune di Modena e all’insieme delle Amministrazioni, compresa la necessità di definire strumenti capaci di costringere le immobiliari a mettere sul mercato degli affitti, gli appartamenti tenuti volutamente vuoti (forte aumento della tassazione, requisizione temporanea per fini sociali).

Una discussione che la Cgil auspica di poter svolgere all’interno degli Stati Generali sull’Economia più volte annunciate di cui però sino ad ora non sono chiari, né i tempi, né i contenuti.

In tale contesto, risulta poi fondamentale, stante la complessità dei problemi aperti, avere come interlocutori Amministrazioni disponibili al confronto e all’ascolto, portatrici di idee, ma aperte al dialogo, compresa la disponibilità a rivedere le proprie impostazioni.

Cosa che finora non è avvenuta.

Bisogna smettere una discussione in cui chi pone i problemi è un conservatore, o all’apposto, chi amministra automaticamente lo fa in nome di altrui convenienze.

Come superare l’impasse? Gli amministratori devono avere il coraggio di guardare alla realtà che cambia ed aprire con l’insieme della società una discussione generale su come dovrà essere questa città, il territorio modenese, l’area vasta modenese, assumendo la qualità del lavoro e la qualità della vita come elementi centrali, e la partecipazione dei cittadini come elemento essenziale della democrazia e della crescita culturale. Ovvero bisogna riprendere la meravigliosa storia di Modena degli Anni Sessanta e Settanta in cui la discussione sui Piani regolatori e sul futuro della città era l’occasione di un grande confronto di massa e di crescita collettiva.

Donato Pivanti, segretario Cgil Modena