Sindacalisti e tute blu manifesteranno oggi pomeriggio, giovedì 27 maggio, alle ore 14.30 (e sino alle 16.30 circa) al presidio indetto dalla Fiom/Cgil di Modena davanti alla sede di Apmi Modena in via Pasolini 15 (laterale via Emilia Ovest) contro il rischio di accordo separato sul rinnovo del contratto Unionmeccanica-Confapi che riguarda circa 400.000 addetti a livello nazionale e 7.000 modenesi delle piccole e medie industrie metalmeccaniche.

La manifestazione di oggi si accompagna allo sciopero provinciale di 4 ore (le ultime 4 ore per i giornalieri, le ultime 4 ore del turno per i turnisti) per scongiurare il rischio di un altro accordo separato tra Associazioni datoriali e Fim Uilm, escludendo la Fiom, sul rinnovo del biennio economico del contratto di settore scaduto il 31 gennaio 2010.

La prossima settimana potrebbe essere firmato l’accordo sulla base della piattaforma presentata solo da Fim e Uilm, e discussa nelle scorse settimane senza la Fiom che è stata ai tavoli di trattativa solo come osservatore e non come agente contrattuale, in quanto non ha ricevuto alcuna apertura a discutere della propria piattaforma.

Di fronte al profilarsi di un nuovo contratto separato la Fiom rivendica il diritto dei lavoratori ad esprimersi sull’accordo tramite voto e giudica non più rinviabile una legge sulla rappresentanza e democrazia sindacale.

La proposta della Fiom/Cgil alle Associazioni imprenditoriali, presentata oltre 5 mesi fa, mirava ad evitare un’intesa separata attraverso un accordo ponte di un anno in cui confermare la validità normativa del CCNL unitario del 25.1.2008 in vigore. Chiedeva inoltre, l’impegno sul 2010 ad evitare i licenziamenti con il ricorso alternativo e condiviso a tutti gli ammortizzatori sociali disponibili, un una tantum salariale sul 2010 e dal 1.1.2011 un successivo aumento sui minimi tabellari che tenga conto delle piattaforme in campo.

“La Fiom/Cgil in provincia di Modena – afferma Cesare Pizzolla – è l’organizzazione sindacale più rappresentativa tra i metalmeccanici (con oltre l’80% tra gli iscritti), e un accordo separato avrà inevitabili conseguenze negative sulle future relazioni sindacali”.

“Le aziende associate ad APMI – continua il sindacalista Fiom – non possono pensare di non tenere in alcuna considerazione la Fiom a livello nazionale per la firma dei contratti, ma pretendere che la stessa Fiom a livello locale continui a mantenere quel profilo di responsabilità (che l’ha contraddistinta in tanti anni) per gestire le crisi aziendali o gli accordi gestionali per agevolare la ripresa”.