L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ancora una volta si conferma ai vertici qualitativi del sistema universitario italiano. Col quarto posto tra i 37 Atenei generalisti di medio-grande dimensione (comprendenti quelli che hanno tra 10mila e 50mila studenti) ed il quinto se si comprendono anche gli 11 cosiddetti mega-Atenei (più di 50mila studenti), l’Ateneo emiliano si mantiene in una posizione di assoluto primato tra le università dell’Emilia Romagna.

Lo attesta il quotidiano economico “Italia Oggi”, che ha anticipato i risultati della pubblicazione curata dalla rivista Campus, che da martedì 6 luglio ha posto in distribuzione una speciale “Guida all’Università”, che offre una fotografia esauriente e completa del panorama universitario nazionale, fornendo ampi dati e raffronti della situazione.

Preceduta solamente a livello complessivo di punteggio da realtà come Trento, prima assoluta tra le università con più di 10mila studenti, Pavia, Cattolica di Milano, e Statale di Milano, all’Ateneo modenese-reggiano è assegnato un punteggio complessivo piuttosto lusinghiero di 95,80/100 che migliora il 92,74 assegnatogli l’anno scorso, che gli era valso il settimo posto assoluto tra i 48 Atenei con più di 10mila studenti.

La posizione raggiunta dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – anche in questo caso – non tiene conto dei punteggi ottenuti dai piccoli Atenei, ovvero con meno di 10mila studenti, dagli Atenei specialistici e dalle Università private, con un ridotto numero di facoltà. Restano distanziate le altre università emiliano-romagnole con Bologna 92,52, Ferrara 92,18 e Parma 91,78.

Per stilare questa classifica relativa ad un panorama di 77 Atenei italiani la rivista Campus ha utilizzato solo dati provenienti da fonti ufficiali, dal MIUR al Comitato Nazionale per la Valutazione, da ISTAT ad AlmaLaurea, inserendo massicciamente i risultati che emergono dai questionari di rilevamento-qualità raccolti da nuclei di valutazione degli Atenei. I giudizi degli iscritti diventano un’area a sé nella classifica ed incidono sulle voci strutture e docenti.

Sono 9 le aree di parametro prese in esame (Studenti, Docenti, Strutture, Ricerca, Internazionalizzazione, Tasse, Lavoro, Valutazione degli studenti, Web cui è aggiunto un altro singolare parametro, il Value/Money, che è una specie di rapporto qualità/prezzo che correla il punteggio finale con il costo delle tasse pro-capite sostenuto dagli studenti), per complessive 37 sottovoci e 2.849 dati considerati.

“Il meccanismo di voto – precisano dalla rivista – è mutuato completamente da quello della carriera accademica: i 180 crediti che, nell’attuale ordinamento scandiscono il cammino verso la laurea di primo livello, sono stati suddivisi per le aree esaminate, attribuendo loro un diverso peso a seconda dell’importanza nella valutazione finale. Si passa dai 50 crediti attribuiti al lavoro, l’esame più difficile, fino ai 15, assegnati alla valutazione studentesca”.

Posizioni di assoluta eccellenza l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia le raggiunge (sempre tra gli Atenei con più di 10mila studenti) a livello delle performance dei propri studenti, che combina la quota di studenti in corso, la loro produttività ed il numero di laureati in corso, che le valgono il terzo posto assoluto, preceduta solo dalla Cattolica di Milano e dalla Università della Tuscia – Viterbo.

Del tutto lusinghiero, sempre nel confronto con gli Atenei con più di 10mila studenti, anche il quarto posto assoluto relativo dalla dotazione infrastrutturale, riflesso dai posti aula/studente, del giudizio degli studenti sulla adeguatezza delle aule, dei posti per lo studio nelle biblioteche e della disponibilità delle postazioni informatiche. Fanno meglio solamente Trento, Siena e Perugia.

Altro punto di forza dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia è rappresentato dal parametro lavoro, che prende in considerazione la occupabilità dopo la laurea, la possibilità di svolgere tirocini o stage durante gli studi e anche dopo la laurea. In questa prospettiva i redattori di Campus collocano Modena e Reggio Emilia al settimo posto, dopo Trento, Milano Cattolica, Verona, Ferrara, Bergamo e Brescia.

Ottava posizione, invece, per la qualità dei docenti, misurata in base al rapporto studenti/docenti, al rapporto docenti/corsi ed al giudizio espresso dagli stessi studenti. Pavia, Milano Cattolica, Siena, Udine, Trieste, la Tuscia di Viterbo e Sassari raccolgono punteggi migliori.

Con riferimento agli altri parametri presi in considerazione l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si piazza al 21esimo posto per la ricerca, al 25esimo per il grado di internazionalizzazione, al 25esimo per la valutazione complessiva espressa dagli studenti, al 31esimo per il web (anche se in questo caso per usabiliuty il suo sito è 11esimo) in quanto non è su Facebook, Twitter e YouTube, e 38esima per la onerosità delle tasse.

“Per quanto i risultati finali possano modificare secondo i parametri utilizzati nelle indagini – dice il Rettore prof. Aldo Tomasi – debbo commentare in modo lusinghiero il giudizio che si ricava per il nostro Ateneo dalla classifica di Campus, poiché prodotto di una serie di indicatori tutti quanti molto obiettivi ed imparziali, utili in particolare per orientare le matricole nelle loro scelte. La nostra mission, come Università, oltre al fatto di saper condurre buona ricerca, è quella di trasmettere delle conoscenze, di fornire delle competenze agli studenti che si iscrivono. Da questo punto di vista il nostro Ateneo dimostra di essere in grado di rispondere pienamente alle attese e di avere nulla da invidiare agli altri. Restano alcune ombre sulle quali stiamo lavorando per recuperare terreno rispetto al contesto nazionale ed internazionale. Ci penalizza certamente il discorso tasse, anche se nel rapporto value/money, che mette in correlazione la qualità complessiva dell’Ateneo col costo delle tasse scaliamo dal 38esimo al 18esimo posto, perché la politica che stiamo perseguendo, anche se onerosa, è quella di impiegare le risorse della tassazione universitaria per mantenere e migliorare i servizi agli studenti. Non si può dire guardando ai diversi indicatori qualitativi, anche di questa classifica, che non stiamo tenendo fede a questo impegno!”.