“Un esponente locale del PD, tale Rusticali, mi consiglia di tenere la bocca chiusa, di non parlare, di non impicciarmi di questioni legate alla sicurezza locale poiché, secondo l’autorevole interlocutore, il PDL non avrebbe le carte in regola per parlare di legalità. Forse l’aver raccontato la situazione di degrado in cui la sinistra ci ha cacciato nelle nostre realtà, complici le pirotecniche politiche di accoglienza perpetrate in questi anni, ha scosso gli “ormoni politici” a qualche body-guard, indice di un atto di lesa maestà. Singolare che l’illustre esponente del PD citi l’operazione che ha portato all’arresto di 350 appartenenti all’organizzazione malavitosa denominata ‘ndrangheta senza riconoscere che certe operazioni si possono condurre solamente in presenza di un Governo autorevole, delle quali non troviamo traccia durante i pochi anni di sconsolato Governo Prodi.

Secondo l’equazione dell’improvvido censore – secondo il quale Milano e la Lombardia sarebbero terre di conquista da parte della ‘ndrangheta – dovremmo ritenere che le recenti operazioni condotte nel modenese contro il clan dei casalesi vedrebbero al contempo gli amministratori locali sodali con quest’altra organizzazione criminale. Una proprietà transitiva che, per fortuna, in un sistema di civiltà giuridica non regge perché la responsabilità per dettato Costituzionale è personale.

Venendo agli inquisiti eccellenti, se mi trovassi nei panni dell’autorevole esponente del PD, non azzarderei frettolose conclusioni inseguendo una folle ondata giustizialista per la quale si passa dalla qualità di sospettato a quella di condannato in via definitiva senza nemmeno passare per le aule di tribunale. Inoltre, prima di guardare evangelicamente la pagliuzza nell’occhio altrui, cercherei di avvedermi della trave conficcata nel proprio bulbo oculare. Non è nel mio stile fare i nomi dei condannati con sentenza passata in giudicato degli esponenti politici che a qualsiasi livello fanno comunque parte dell’album di famiglia della sinistra. Se non si ha buona memoria, basta consultare la cronaca nera degli ultimi tempi e soffermarsi a riflettere sulla targa politica di alcuni galantuomini, a partire dallo stupratore seriale di Roma, che di giorno difendeva con la bava alla bocca le battaglie per le pari opportunità delle donne, e alla notte, con quella stessa bava, le stuprava in serie nei garage sotterranei della Capitale. La politica è fatta di uomini e, conseguentemente, di uomini che sbagliano. Succede. Ma non giudico il PD né il PDL per presunti errori, debolezze e cadute di alcuni esponenti. Strano, invece, che un sostenitore della legalità nonché strenuo difensore dei valori Costituzionali, attribuisca patenti di colpevolezza senza che siano stati esperiti tutti i gradi di giudizio. Si vede che per qualcuno ci sono idee e valori che funzionano ad intermittenza, come un lampeggiante che si accende e si spegne con eguale ed opposta intensità. Così finisce per essere influenzato anche il ragionamento, che accende i riflettori sui presunti errori dell’avversario e li spegne su quelli di casa propria.

Qui, caro Rusticali, il problema è politico e non riguarda le difficoltà nel reperire i fondi o i 25 agenti che non sono arrivati. Riguarda invece un problema ben più serio: 25mila clandestini che le miopi politiche della sinistra hanno calamitato nelle nostre realtà. Quando avrà acceso i riflettori su questo autentico dramma saremo poi nelle condizioni di parlare e trattare la questione con maggiore serenità. Se non si svuota il mare con il cucchiaino, la colpa non è solo del secondo, ma investe la vastità del primo”.