Sono iniziate a Bologna le celebrazioni per il trentesimo anniversario della strage alla stazione che il 2 agosto del 1980 provocò  la morte di 85 persone e il ferimento di altre duecento. Per la prima volta alle celebrazioni non interviene oggi nessun esponente di governo. A rappresentare l’esecutivo, questa mattina in Comune – dove alle 8,30 sono iniziate le celebrazioni – il prefetto della provincia, Angelo Tranfaglia, che “a nome del Governo italiano” ha portato il saluto ai sopravvissuti della strage ed ai familiari delle vittime di quel “vile attentato terroristico”. Prima di lui aveva aperto le celebrazioni il prefetto Annamaria Cancellieri, commissario straordinario chiamato a guidare l’amministrazione comunale dopo le dimissioni del sindaco Flavio Delbono.

In Municipio erano presenti, insieme a decine di familiari delle vittime, anche i figli di Aldo Moro, Agnese, e del magistrato Emilio Alessandrini (ucciso da prima Linea nel 1979), Marco. Presente anche una nipote del magistrato Mario Amato, ucciso dai NAR il 23 giugno del 1980.

Il presidente dell’associazione vittime della strage ha stigmatizzato l’assenza di membri del Governo: “Quelli che sono a casa hanno perso un’occasione”.

Poco prima, nel discorso in Consiglio comunale, il prefetto Angelo Tranfaglia ricordando la strage aveva parlato di una citta’ ”che reagi’ con generosa prontezza e diede prova di un alto senso di civilta”’. Mentre il Commissario prefettizio, in rappresentanza del Comune, Anna Maria Cancellieri, ha detto che la citta’ ha sempre saputo reagire ”con forte impegno morale, sempre in modo civile, avvalendosi degli strumenti della democrazia, e sempre nel solco della legalita”’.

Con lo storico striscione ‘Bologna non dimentica’, è poi partito da Piazza del Nettuno il corteo per la commemorazione. In corteo anche 85 persone con al collo di ciascuna un cartello con il nome di una delle 85 vittime.