Costretta dai genitori ad un matrimonio combinato in patria, ha trovato il coraggio di fuggire e denunciare tutto alla Polizia. Lei, una ragazza macedone di 21 anni, in Italia da quando ne aveva due, vive e lavora in provincia di Bologna. Il padre, 47, e la madre, 44, sono accusati di maltrattamento in famiglia, sequestro di persona e violenza privata. Per l’uomo, anche l’accusa di stalking.

Le autorità cominciano ad occuparsi della giovane nell’agosto del 2006, dopo due tentativi di suicidio. Nel 2007 viene collocata in una casa famiglia, poi diventa maggiorenne, i servizi sociali smettono di seguirla.  Ma i genitori non si arrendono: per ben due volte la conducono in Macedonia contro la sua volontà e sempre per organizzare il matrimonio. Alla fine, nell’aprile del 2010, la giovane e la responsabile dell’associazione  di volontariato bolognese che l’aveva seguita in passato, sono andati alla Polizia per denunciare la persecuzione perpetrata dal padre e per chiedere un provvedimento di protezione. La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta, nel frattempo chiusa e con un’imminente richiesta di rinvio a giudizio.