Il Gruppo consigliare del Partito Democratico presenta al prossimo consiglio comunale di Scandiano, tra le altre, due mozioni.

La prima ha per oggetto il contrasto alla pena di morte per Sakineh Mohammadi Ashtian, la cui vicenda è nota alle cronache nazionali e internazionali. Si legge nel documento: “Il caso di Sakineh ha sdegnato e mobilitato sul piano mondiale le coscienze di milioni di persone e tanti esponenti del mondo della cultura e della politica si stanno mobilitando per salvarla. Sebbene la mobilitazione internazionale abbia già ottenuto un primo risultato (e questo è un segno di speranza!) quale la sospensione della condanna a lapidazione, la sospensione non significa annullamento ed in questo l’Iran ha già avuto modo di dimostrarsi recidivo, come nel 2007 quando a due settimane dalla sospensione di una sentenza, uno dei due condannati a morte è stato giustiziato”. La città di Scandiano si è già più volte interessata di vicende inerenti il rispetto dei diritti umani e, in particolare, delle donne, ed è stata sempre in prima fila nella difesa dei diritti delle persone: il documento infatti impegna il Sindaco e la giunta “a trasmettere la presente mozione al Governo Italiano a testimonianza della convinta opposizione della città di Scandiano verso l’applicazione di pene in contrasto coi diritti inviolabili di ogni Persona e a sostenere in ogni sede e circostanza la moratoria contro la pena di morte”.

La seconda mozione riguarda la strage di Bologna del 2 agosto 1980, nella quale fra le vittime vi furono anche cittadini scandianesi: quest’anno è ricorso il 30mo anniversario ed ancora non si conoscono i mandanti. Il documento ricorda che in altri episodi di matrice terroristica avvenuti in Italia di cui quello di Bologna si è dovuto assistere a vari tentativi di depistaggio delle indagini anche da parte di apparati dello Stato e ad un susseguirsi di varie ipotesi su presunti colpevoli.

Inoltre, nella trentesima ricorrenza della strage della stazione di Bologna per la prima volta vi è stata l’assenza di un membro del Governo Nazionale, fatto che segnala un distacco degli apparati governativi da vicende dolorose sulle quali non è ancora stata fatta piena luce, aggravato ancora di più dalla motivazione che l’assenza è dovuta alle classiche contestazioni civili di cui sono stati fatti oggetto i vari rappresentanti governativi nel corso degli anni.

Il documento presentato impegna il Sindaco e la Giunta a comunicare al Governo il proprio sdegno per la mancata partecipazione alla celebrazione del 30° anniversario della strage alla stazione di Bologna. Richiede inoltre di eliminare il segreto di stato per poter così fare piena luce non solo sull’attentato alla stazione di Bologna, ma anche su tutti quegli episodi avvenuti del secondo dopoguerra le cui dinamiche non sono ancora chiare e sia i mandanti sia gli esecutori sono ancora sconosciuti.