Si apre domenica prossima, 19 settembre, la stagione venatoria alla fauna stanziale che interessa oltre 5mila cacciatori in tutta la provincia. Questa apertura riguarda il prelievo della piccola selvaggina, quale la lepre, e dei galliformi come ad esempio il fagiano, la pernice e la starna.

“Confido nel senso civico di tutti per una stagione venatoria all’insegna del rispetto delle regole, della natura e del prossimo – afferma l’assessore Alfredo Gennari – oggi la caccia, grazie allo sforzo di associazioni venatorie e Atc, si caratterizza anche per interventi di tutela e salvaguardia ambientale ed i cacciatori sono sempre più impegnati sul territorio con interventi ambientali e a sostegno di iniziative sociali: dalle raccolte di fondi per iniziative benefiche a collaborazioni con i Comuni per la pulizia di aree verdi e il mantenimento di sentieri.

Sono convinto che il futuro debba vedere sempre più l’integrazione fra caccia, ambiente e le esigenze del mondo agricolo. I cacciatori contribuiscono ai processi di salvaguardia dell’ambiente perchè, tra le altre cose, è necessario il controllo delle popolazioni di alcune specie selvatiche al fine di preservare delicati equilibri naturali. Gli aspetti ambientali dell’attività venatoria sono importanti e sicuramente il lavoro delle associazioni ambientaliste ha contribuito ad uno sviluppo in questo senso”.

Assessore, quali sono le novità che attendono i nostri cacciatori per la stagione che va ad iniziare?

“Non ci sono novità di rilievo: le disposizioni regionali sono il riferimento e con il nostro calendario provinciale abbiamo ulteriormente migliorato alcuni aspetti per andare incontro alle esigenze del nostro territorio”.

Sul versante della protezione della fauna quali sono i principali contenuti delle norme provinciali?

“La nostra provincia ha una buona percentuale di territori protetti – parchi, oasi di protezione, rifugi faunistici – ove la caccia è vietata: questi ambiti sono importanti zone dove la fauna può riprodursi per mantenere gli equilibri ecologici. Per il resto abbiamo seguito fedelmente i pareri tecnici che suggeriscono di non cacciare alcune specie che sono considerate in diminuzione numerica”.

Vuole fare qualche raccomandazione?

L’attività venatoria – dopo avere rispettato le norme di tutela naturalistica – deve riconoscere i diritti degli agricoltori e pertanto invito tutti i cacciatori a rispettare le coltivazioni in atto. Il futuro della caccia, specie nella pianura Padana, è strettamente legato alla sopravvivenza del paesaggio rurale e ad un dialogo sereno e costruttivo con il mondo degli agricoltori. Auspico che prevalga sempre il senso del bene comune, e che l’attività venatoria sia un’opportunità per trovare soluzioni insieme ed un aiuto alle comunità locali. Un’altra preoccupazione è quella relativa alla sicurezza dei cacciatori e dei cittadini in genere: oltre a raccomandare l’impiego di indumenti ad alta visibilità per chi va a caccia, abbiamo inserito alcune norme a tutela degli itinerari ciclopedonali, per assicurare a tutti i cittadini momenti di svago in tutta tranquillità. Ripetiamo che il primo posto deve sempre e comunque essere la sicurezza per sé e per gli altri, fra tante questa è la raccomandazione principale”.

Per il futuro, quali sono gli impegni della Provincia nel campo della tutela faunistica?

“Stiamo per avviare, in accordo con la Regione e con altre Province, alcuni importanti studi su specie molto interessanti, come ad esempio il cervo.

Stiamo anche valutando di introdurre metodi di gestione della piccola selvaggina che ci consentano di evitare, per il futuro, il ricorso a ripopolamenti con animali d’allevamento, privilegiando una riproduzione il più possibile naturale.

Un contributo importante ci attendiamo infine dalle stesse associazioni venatorie, che possono riaffermare e diffondere sempre più con il loro impegno che i cacciatori hanno una “coscienza ambientale” moderna e priva di sterili pregiudizi, e sono impegnati tutto l’anno (e non solo quando la caccia è aperta) in opere di salvaguardia e di controllo del territorio”.