“Puo’ sembrarci assurdo, impossibile, lontano mille miglia dal nostro sentire, ma la tragica vicenda di Nosheen Butt e di sua madre, la cui unica colpa era quella di avere uno stile di vita ‘troppo italiano’, ci insegna che ancora non abbiamo fatto abbastanza sulla strada dell’integrazione di popoli e culture diverse”. Matteo Richetti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, commenta con dolore la vicenda consumatasi ieri sera nel Modenese.

“A Novi – dice Richetti – si e’ ripetuta la triste storia che quattro anni fa a Brescia ha messo fine alla giovane vita di Hina e un anno fa a Pordenone a quella di Sanaa. Delitti, per cosi’ dire ‘culturali’, non dissimili dai ‘delitti d’onore’ che avvenivano nel secolo scorso nel nostro profondo sud. Per essere veramente vicini a Nosheen e aiutare tutte quelle donne che come lei e sua madre vivono una sudditanza totale nei confronti degli uomini della famiglia, dobbiamo essere in grado di spezzare i particolarismi etnici e religiosi che limitano la liberta’ dei singoli sancita dalla nostra Costituzione.

Dobbiamo, come istituzioni, sforzarci a mettere in campo politiche di aiuto e di sostegno all’integrazione in tutte le realta’ regionali”.

Richetti indica anche un esempio da seguire e da sostenere.

“Ce l’abbiamo in casa – afferma il Presidente dell’Assemblea regionale -. A Carpi una giovane pakistana, anch’essa di nome Nosheen, si batte per i diritti delle donne immigrate. Nosheen Ilya e’ una donna che lavora, unica donna pakistana a scrivere su un giornale italiano, insegna italiano a donne e bambini del suo paese e fa parte della commissione pari opportunita’ del Comune. Per questo suo impegno sociale ha gia’ ricevuto minacce. Il nostro dovere dev’essere quello di essere costantemente e pubblicamente al fianco di tutte le Nosheen ‘italiane’, con la solidarieta’ ma anche con energie concrete.

Solo cosi’ possiamo sperare di produrre quel mutamento culturale necessario per una convivenza nella societa’ multiculturale che e’ gia’ realta”.