Il segretario provinciale del Pd Davide Baruffi risponde alle sollecitazioni della Fiom con una lettera aperta al segretario generale Fiorani nella quale rilancia sui temi della democrazia, dell’unità sindacale e della reciproca autonomia tra partiti e sindacati. Di seguito il testo della lettera.

Caro Fiorani,

quella di oggi e’ una giornata importante per i lavoratori metalmeccanici e per la tua organizzazione, impegnati nella manifestazione a Roma. Come sai, il Pd ha scelto di non aderire a questa come ad altre manifestazioni, ritenendo che quando i sindacati si mobilitano il compito della politica non sia quello di fare il tifo, ma di ascoltare e rispondere. Ciononostante il mio partito non solo ha espresso vicinanza e condivisione delle ragioni dei lavoratori – in questo caso come pure per la manifestazione della settimana scorsa di Cisl e Uil sui temi del fisco e del lavoro – ma ha ritenuto di essere in piazza con voi a Roma con una sua rappresentanza. Rispondo quindi volentieri alle 5 domande che hai rivolto al Pd.

1) Il Pd non ha condiviso che si modificassero le regole della contrattazione in modo non unitario nel gennaio del 2009. Le regole del gioco si scrivono insieme, senza ricatti e senza veti. Credo sia stato un errore fortemente voluto dal governo (e da Confindustria) ma il sindacato diviso porta una parte non marginale della responsabilità.

2) Il Pd ha denunciato pubblicamente (a Modena sia per mezzo stampa, sia con l’approvazione di un odg in Consiglio comunale proposto da noi) la disdetta unilaterale del contratto del 2008 da parte di Federmeccanica. E’ un errore che indebolisce non solo i lavoratori, ma le imprese metalmeccaniche stesse, che non possono contare sull’auspicata pace sociale. Come i fatti dimostrano.

3) Un partito (certamente non il Pd) non entra nel merito delle deroghe ad un contratto di categoria. Questa e’ materia vostra. Mi permetto solo di fare due considerazioni in proposito: di deroghe ne abbiamo viste tante, negoziate dallo stesso sindacato (Fiom compresa); ancora una volta il sindacato si e’ diviso e questo fatto (più delle deroghe in sé) indebolisce i lavoratori.

4) In via generale nessuna deroga può snaturare quelle che sono le funzioni essenziali di un contratto nazionale che non può essere superato o sostituito da accordi decentrati. La contrattazione di secondo livello e’ importantissima ma non sostituisce il contratto nazionale.

5) Il Pd, come dovresti sapere, ha presentato da tempo in Parlamento una buona proposta di legge in materia di rappresentanza e democrazia sindacale.

Come vedi, ancora una volta, il Pd non si sottrae alle questioni di merito sul lavoro, perché ci riguardano come partito e soprattutto perché ridare centralità al lavoro è una priorità per l’Italia nella crisi. Ora però colgo l’occasione per formulare a te, alla Fiom, 5 domande:

1) L’unità sindacale è un problema solo del Pd (ma io credo soprattutto dei lavoratori) o riguarda anche il sindacato? Se è pur vero che l’unità non vive a prescindere, come intende rilanciare la questione la tua organizzazione?

2) Se è vero che degli ultimi 4 contratti nazionali dei metalmeccanici la Fiom ne ha sottoscritto solamente uno, quello ricordato del 2008 (governava il centrosinistra ed era ministro quel Cesare Damiano del Pd che non poco si spese per quell’accordo), esiste un problema o no per la Fiom?

3) L’accordo del 22 gennaio del 2009 non è la madre di tutti i problemi: sarà pur vero che la Cgil non ha sottoscritto quell’accordo, ma praticamente in tutte le categorie è poi stato possibile sottoscrivere contratti unitari tranne che per i metalmeccanici. Esiste o no un problema anche per la tua categoria rispetto alle altre della Cgil? O sbaglia tutto il resto della Cgil?

4) Noi crediamo nella democrazia nel lavoro: i lavoratori non possono essere ascoltati solo a Pomigliano, ma ogni volta che si decide della loro vita, soprattutto quando i loro rappresentanti non sono d’accordo. E’ un problema, ben prima che della politica, del sindacato. Occorre quindi un quadro di regole certe e condivise. La proposta di legge di iniziativa popolare della Fiom va in questa direzione o, prima ancora che le tre sigle sindacali, divide la Cgil stessa? E’ compito di una singola categoria promuovere questo sistema di regole o del sindacato confederale?

5) Partiti e sindacati svolgono compiti essenziali ma diversi. Io non ho mai chiesto alla Fiom (o meglio: alla Cgil, alla Cisl e alla Uil) di aderire a una manifestazione del Pd. Proviamo a misurarci sui contenuti o preferite proseguire a lungo su questa storia de “il Pd da che parte sta?”. Perché, te lo ripeto un’altra volta, il Pd sta e starà dalla parte dei lavoratori, lo fa da partito e non da sindacato e la Fiom rappresenta solo una parte dei lavoratori. E i lavoratori (metalmeccanici e non) che non stanno nella Fiom non sono meno lavoratori degli altri.