C’è una situazione paradossale in Emilia Romagna: a Parma si litiga perché in tanti non vogliono un nuovo inceneritore, che invece le amministrazioni locali vorrebbero costruire. A Reggio Emilia tifano per l’inceneritore, perché temono che poi venga costruito da loro, e perché comunque hanno bisogno di smaltire i loro rifiuti, quindi qualcuno da qualche parte dovrà incenerirli.

A Modena invece il termovalorizzatore l’abbiamo già, l’abbiamo potenziato, e probabilmente di fronte a questi litigi, Hera si sta sfregando le mani sperando nelle proteste, perché per essere remunerativo, tale impianto dovrà bruciarne di materiali, e con la differenziata, dovranno arrivare da qualche parte.

Morale? Mentre gli altri protestano e discutono, noi inceneriamo alla grande, col permesso di Comune e Provincia, e col silenzio della Regione, che in tutto questo è la grande assente. Può la Regione Emilia Romagna stare in silenzio di fronte a queste situazioni paradossali? Può non rendersi conto che ciascuna città va per conto suo, e che qui si rischia che il cerino in mano rimanga proprio a Modena col suo mega-termovalorizzatore e i permessi facili per innalzamento dei tetti che arrivano in tempi record da parte di Sindaco e Presidente della Provincia?

L’aria fra la Bassa Reggiana e Modenese è fra le peggiori in Italia, di fatto è una specie di fossa, da dove le polveri e le emissioni faticano ad andarsene, sono aree dove l’agricoltura è strategica, eppure permettiamo che l’inceneritore, invece di essere un male necessario, ma da usare il meno possibile, sia fonte di business, col benestare degli enti locali e il silenzio della Regione? E’ questa la green economy sbandierata con convegni dal PD? E’ proprio il caso di dire che si tratta solo di tanto fumo negli occhi, e nei polmoni dei cittadini!

(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)