“Non vogliamo che la drammatica vicenda che sta colpendo la Cooperativa GFE – Gruppo Facchini Emiliano di Reggio Emilia venga continuamente strumentalizzata, da parte di esponenti regionali e provinciali delle principali sigle sindacali e delle altre organizzazioni del movimento cooperativo, esclusivamente per criticare i contratti siglati da altre realtà dell’associazionismo imprenditoriale della cooperazione, come ad esempio l’UNCI, trascurando il vero problema della questione che è quello della perdita dei posti di lavoro per molti soci della cooperativa”. Questo il commento del Presidente UNCI – Unione Nazionale Cooperative Italiane, Paolo Galligioni a seguito dei numerosi attacchi a mezzo stampa che hanno riguardato, nelle ultime settimane, i CCNL UNCI.

“Nel caso della nostra Associazione, in particolare, è opportuno ricordare che la contrattazione collettiva messa in piedi con la Confsal ha elementi maggiormente tarati sulla peculiarità del socio-lavoratore di cooperativa, in dipendenti non soci ed uno per i soci lavoratori dipendenti. Il primo è in linea con i minimali predisposti dagli altri CCNL sottoscritti nel medesimo settore da altre organizzazioni; il secondo è tarato sull’art. 3 della L. n. 142/2001 che permette alle cooperative di inserire nel proprio regolamento interno l’attribuzione ai propri soci lavoratori di un ristorno sottoforma di integrazione salariale. Nessuno, dunque, come sostenuto da alcuni organi di stampa, sta approfittando della crisi giocando “al ribasso”, piratando i contratti o attuando un “dumping” sulle spalle dei lavoratori. L’UNCI, infatti, nel pieno rispetto della legge, ha semplicemente messo nelle condizioni le imprese cooperative di concorrere regolarmente nel mercato del lavoro.

Siamo, inoltre, consapevoli che – ha detto il Presidente UNCI Galligioni – molti degli ostracismi mossi nei confronti dell’UNCI sono il frutto di attacchi volti a tutelare in primis interessi particolari, specie di talune Associazioni del Movimento Cooperativo che negli ultimi anni hanno vissuto un depauperamento di un numero importante di imprese cooperative associate che hanno scelto di aderire all’UNCI e, di conseguenza, applicare i nostri contratti collettivi. Infine, questi stessi rappresentanti delle altre Centrali prima di lasciarsi andare nei soliti attacchi alla contrattualistica UNCI dovrebbero leggere i suddetti articolati in maniera più approfondita. Infatti, da un’attenta lettura potrebbero scoprire quanto questi risultano confacenti alle loro recenti affermazioni e soprattutto in grado di rispondere appieno alle esigenze, più volte sollevate, in cui vertono numerose cooperative loro aderenti”.

(UNCI)