Come ho già avuto modo di dichiarare più volte non voglio entrare nel merito sull’impatto ambientale che potrà avere la riconversione dello zuccherificio di Finale Emilia, mi fido però delle Istituzioni locali (Comune, Provincia, Regione, ASL e VVFF) che hanno espresso ad oggi pareri favorevoli.

Non vorrei nemmeno utilizzare, come scusante, che il progetto di riconversione dell’ex zuccherificio avrà un impatto ambientale di gran lunga inferiore al precedente, ma ogni attività umana, specialmente quelle produttive, producono sempre effetti sull’ambiente. Non sono un tecnico, vorrei però fidarmi delle istituzioni e dei tecnici competenti.

Da sindacalista posso oggi affermare, in merito all’occupazione, che il saldo complessivo, tra prepensionamenti e trasferimenti su altri siti del gruppo Italia Zuccheri, è uguale a zero: cioè nessuno viene lasciato a casa in modo coercitivo. Ricordiamo che la riforma OCM dello zucchero è la vera responsabile della devastazione occupazionale del settore.

Oltre a ciò, non meno importante, è l’impatto occupazionale complessivo che questa filiera potrebbe avere sul territorio della “bassa modenese”, già così duramente colpita nel settore agro industriale. La produzione del sorgo da fibra potrebbe essere, per le imprese agricole di quella zona, una produzione integrativa che, viste le difficoltà economiche che hanno le aziende agricole, potrebbe consentire la loro sopravvivenza. Vorrei ricordare che anche in queste aziende ci sono lavoratori.

Purtroppo, devo ancora affermare, che tutti si riempiono la bocca sulle soluzioni energetiche alternative e sull’energia pulita, o meglio meno impattante ambientalmente, ma quando ci si trova di fronte alla prova dei fatti, a progetti economicamente e socialmente sostenibili entrano in gioco tensioni, particolarismi ed egoismi.

La petizione dell’associazione “Bassa Così” non ci preoccupa, rientra nelle manifestazioni democratiche che contraddistinguono la vita civile. Avrei però auspicato un confronto sul merito dei temi, delle legittime paure e dei tanti dubbi che i cittadini hanno. Un confronto che possono svolgere solo i tecnici e le istituzioni competenti.

Se prevale la polemica, lo scontro e l’alimentazione della paura si corre il rischio di scaricare tutto sui lavoratori, impedendo così uno sviluppo sostenibile ed eco-compatibile per il nostro paese.

(Umberto Franciosi, Segretario provinciale sindacato agroindustria Flai/Cgil Modena)