Quattrocento persone ieri sera al Teatro Boiardo di Scandiano ad ascoltare in attento silenzio la lezione del filosofo Umberto Galimberti – promossa dall’Amministrazione comunale con il sostegno di Casalgrande Padana nella sala del teatro e in un’altra adiacente allestita in diretta con maxischermo – che in circa due ore di riflessioni e approfondimenti, incalzato dal discussant Massimiliano Panarari, ha toccato i nodi aperti del mal di vivere, il nichilismo, che attanaglia non solo i giovani. Tanti i temi toccati: l’educazione e l’importanza degli stimoli cognitivi nei primi anni di vita, i processi dell’intelligenza sviluppati dalle emozioni e dai sentimenti – atteggiamento che l’era della tecnica, la nostra, tende a relegare in secondo piano per prediligere l’esattezza degli obiettivi – il pensiero dell’uomo, sempre più piegato al condizionamento “binario” delle macchine, la sopraffazione del mercato agli archetipi della cultura occidentale come Dio e il pensiero. Se l’approfondimento ha preso il via dal tema portato a battesimo dalla serata, il nichilismo e i giovani, le parole del filosofo hanno percorso anche altre strade e sono andate ad indagare il linguaggio, il vero assente dalle capacità di elaborazione delle nuove generazioni, abituate a comunicare con la tecnologia, col non verbale, ad apprendere per esempi e non per tentativi: il vuoto del linguaggio determina in sé una vacanza del pensiero e stimola atteggiamenti psicotici o di disagio, dal bullismo a forme gravi di delinquenza.

Galimberti si è poi soffermato a lungo sulle emozioni e i sentimenti, riscattati come i veri motori dell’intelligenza umana e così martoriati in questo sistema di valori a tratti compulsivo che sposa l’apparire, l’individualismo, il mercato. E l’Italia, paese principe dell’individualismo, dell’astuzia, della furbizia, non sta meglio: oggi che a livello di equilibrio individuale si sta peggio di ieri non si ha nemmeno la forza o il coraggio di “fare la rivoluzione”. Come reagire? Ripartendo dalle relazioni, dai valori delle piccole comunità, dall’attenzione agli altri, dalla solidarietà, dall’assunzione di responsabilità: un messaggio semplice ma non scontato che il pubblico ha promosso con un grande applauso finale.

Tanti stimoli, varie le domande dai presenti, molte le facce soddisfatte alla fine della conferenza, anche grazie alla generosità del filosofo Galimberti che ha dedicato circa mezz’ora alla tradizionale firma degli autografi sulle sue opere in vendita durante la serata, e a scambiare due chiacchiere informali e qualche saluto con tutti quelli che si sono fermati. Grande soddisfazione da parte dell’Amministrazione comunale per l’alta partecipazione di persone e il gradimento della serata.