Si è concluso l’esame tecnico delle osservazioni ai Piano strutturale comunale (Psc) e al Regolamento urbanistico edilizio (Rue), adottati dal Consiglio comunale nell’aprile 2009.

Al Comune sono pervenute in totale 985 osservazioni, di cui 288 formulate al Psc (29%) e 697 al Rue (71%). Di queste, al termine degli esami tecnici, si propone al Consiglio comunale di accoglierne il 20%, mentre quelle parzialmente accolte sono il 13%. Tali osservazioni accolte sono tese a migliorare l’impianto complessivo del Piano, i suoi meccanismi attuativi e l’affinamento dei contenuti normativi. Confermati quindi il limite all’espansione della città e alla dispersione urbana.

“Il Psc ha un’identità precisa e punta verso un modello di sviluppo alternativo del territorio – ha detto oggi il sindaco Graziano Delrio illustrando i dati alla stampa – vogliamo staccarci dal modello classico dell’Emilia che ha teso a costruire una città lineare da Piacenza a Bologna e indirizzarci verso interventi di riqualificazione e ristrutturazione e dire basta al consumo di territorio agricolo. Questo è un piano di cambiamento culturale, per cui chi ne ha colto lo spirito vedrà accolte le proprie richieste, mentre chi ha continuato a ragionare secondo il vecchio schema di richiesta di edificabilità sarà deluso. Ma ci sono principi come il puntare sul verde, il paesaggio e lo sviluppo dei poli di eccellenza che non sono negoziabili”.

“Avremmo potuto usare la leva urbanistica per incassare oneri – ha aggiunto l’assessore alle Risorse del territorio Ugo Ferrari – ma la nostra scelta è stata un’altra ed è stata quella di creare uno sviluppo sobrio ed equilibrato del territorio, uno sviluppo di qualità che guarda oltre la crisi. Le osservazioni pervenute complessivamente equivalevano a richieste di ulteriori 12mila alloggi residenziali e di ulteriori 1,5 milioni di metri quadrati di produttivo, terziario e commerciale. A buona parte di queste richieste abbiamo detto no perché avrebbero prodotto un modello espansivo caratterizzato da molti interventi diretti sparsi su tutto il territorio, una crescita quantitativa e di dispersione urbana che invece il Psc contrasta in maniera decisa. Infatti le richieste in larga misura riguardano nuovi lotti e piani in territorio agricolo, nelle aree adiacenti all’abitato e nelle frazioni. Poche restano le osservazioni che sollecitano la trasformazione della città esistente, che invece rappresenta la strategia di fondo del Psc. Si è scelto pertanto di accogliere soltanto quelle richieste, che non generano impatti negativi sul territorio confermando le scelte di fondo del Psc”.

Per quanto riguarda le funzioni produttive, sono ammessi contenuti ampliamenti di aziende già insediate che hanno necessità di potenziare e riorganizzare la loro attività.

Per quanto riguarda le funzioni residenziali, sono state valutate solo le richieste in contesti urbani, respingendo tutte quelle sparse in territorio agricolo. Fra le prime sono state accolte solo quelle richieste coerenti con le scelte di fondo del Psc e i contenuti del Piano dei Servizi, considerandone la compatibilità rispetto alla viabilità, alle infrastrutture, ai servizi tecnologici, al sistema dei vincoli e delle “invarianti”.

Con le proposte di controdeduzione costruite attraverso un percorso che ha coinvolto in particolare la Commissione consiliare e gli Enti competenti, si è inteso evitare il rischio di aggiungere nuove consistenti potenzialità edificatorie, che avrebbero compromesso il dimensionamento del Piano e l’indirizzo prevalente di scommettere sulla rigenerazione e riqualificazione dell’esistente più che sull’espansione.

Il Piano con le controdeduzioni alle osservazioni, dunque, si rafforza nei suoi obiettivi e nelle sue azioni.

Si apre ora il percorso verso l’approvazione di Psc e Rue, percorso che prevede la raccolta dei pareri di Circoscrizioni, Arpa, Ausl, Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio; l’intesa con la Provincia, la prosecuzione del confronto con la Commissione consiliare e l’approvazione da parte del Consiglio comunale.

IL CONFRONTO – Per scelta dell’Amministrazione comunale, al fine di estendere il più possibile la possibilità di conoscere le documentazioni, partecipare e contribuire alla costruzione del Psc da parte dei cittadini, il periodo di pubblicazione del Piano per la raccolta di pareri e di osservazioni è stato prorogato fino al 31 ottobre 2009, vale a dire 6 mesi, rispetto ai 60 giorni previsti dalla legge per la pubblicazione e raccolta delle osservazioni da parte di un Ufficio specialmente dedicato a questa funzione.

La costruzione del nuovo piano urbanistico è stata occasione di un proficuo confronto con la città: oltre 200 incontri che hanno coinvolto migliaia di persone, gruppi di lavoro, laboratori, convegni, incontri con associazioni, Ordini e Collegi professionali, 17 sedute di Commissione consiliare.

Inoltre, 11 sedute della Conferenza di pianificazione, con 300 invitati, 22 contributi scritti pervenuti; la sottoscrizione di un Patto di consultazione con Collegi e Ordini professionali; due Convegni su “Governare il cambiamento: verso un nuovo piano urbanistico per Reggio Emilia” e “Reggio domani: verso il Piano strutturale comunale”.

Questo processo ha contribuito ad arricchire i contenuti del Piano strutturale comunale e la consapevolezza sulle sfide che attendono Reggio.

STRATEGIE E AZIONI PER LA CITTÀ – Nel Psc – con 4 politiche (Reggio città della sostenibilità ambientale, Reggio capitale sociale, Reggio città della conoscenza e dell’innovazione, Reggio città pubblica), 6 strategie (la città non si amplia, si trasforma; la città si trasforma e si rinnova; la città si riqualifica; la città si ammoderna; la città pubblica si rafforza; il territorio riconosce e valorizza le sue risorse) e 15 linee di azione (limitare l’espansione della città, contenere la dispersione urbana; sette Poli di eccellenza, valorizzazione della città storica; riqualificazione diffusa dei tessuti urbani, progetti specifici di riqualificazione, un nuovo modo di costruire e abitare; sistema della mobilità, luoghi per la produzione, offerta commerciale; azioni per l’edilizia sociale, piano dei Servizi: una più elevata coesione sociale; opportunità di paesaggi: geografia, storia e identità dei luoghi, salvaguardare il territorio dell’agricoltura, potenziare la rete ecologica e la biodiversità) – si delinea un nuovo modello di sviluppo per Reggio Emilia, creando i presupposti per un nuovo ciclo di sviluppo di qualità con uno sguardo oltre la crisi attuale, portando le eccellenze maturate in questa realtà e le competenze distintive emergenti a un nuovo approdo di Area vasta per competere con altri territori.

Le opportunità più significative sono offerte dai sette Poli di eccellenza, tra i quali l’Area nord (dalla stazione Mediopadana alle Reggiane e al Centro internazionale Malaguzzi, il Parco della conoscenza e dell’innovazione), la Città storica e il Campus universitario di San Lazzaro, veri e propri generatori di futuro in grado di favorire l’affermarsi dell’economia della conoscenza, l’innovazione, la creatività, la valorizzazione dei talenti e dell’intraprendenza dei reggiani.

Rigenerazione e riqualificazione della città esistente, non l’espansione, è la scelta di fondo del Psc. Rilanciare l’edilizia residenziale pubblica, riqualificare i quartieri e le frazioni, potenziare la città pubblica, costruire nuove piazze, luoghi di incontro e relazione, rappresentano altrettante occasioni per rafforzare la coesione sociale essenziale per il futuro della città e della sua economia.

Puntare su nuovi materiali ecologici, dimezzare i consumi energetici, contenere il consumo di acqua, puntare sulla qualità architettonica e la centralità del progetto più che sulla rigidità dei “retini” e degli indici di edificabilità. Qualità dell’abitare la propria casa, il quartiere e la città.

Promuovere inoltre i luoghi della produzione, meglio infrastrutturati ed ecologicamente attrezzati, incentivare una mobilità più sostenibile e sicura, invertire la tendenza a soffocare di abitazioni e terziario la via Emilia e il territorio agricolo; 7 nuove aree boscate, 300mila nuove piante, una nuova cintura verde della città: sono tutte azioni per valorizzare il territorio il paesaggio e l’ambiente preservandone le risorse per le future generazioni, e nel contempo favorire la ricerca, la creazione di nuovi mestieri avvalendosi degli spazi offerti dalla green economy.