E’ stato condannato a 19 anni, in primo grado, per l’omicidio della moglie Marco Manzini l’impiegato sassolese allora 34enne che, nel febbraio del 2009, nel borgo di Casa Pifferi a San Michele dei Mucchietti, uccise la moglie Giulia Galiotto, 30 anni, dipendente di un istituto bancario a Formigine. Il pm aveva chiesto 30 anni, ma non è stata accolta la premeditazione.

Soddisfatto a metà l’avvocato di Manzini, Roberto Ghini, perchè è stata esclusa la premeditazione nel delitto ma non è stata accolta la tesi della difesa che l’uomo avesse agito in uno stato di parziale vizio di mente. Soddisfatta a metà anche la famiglia, rappresentata dal legale Elisa Vaccari, proprio per la mancata premeditazione, sostenuta dalla procura che per Manzini aveva chiesto appunto 30 anni di carcere. Inevitabile quindi il ricorso in appello.

L’uomo uccise la giovane moglie nel giardino di casa,  poi ne simulò il suicidio: gettò il cadavere nel Secchia e lasciò vicino alla riva l’auto della donna. Ma i carabinieri non impiegarono molto a scoprire la verità e Manzini alla fine raccontò tutto, dicendo però che non voleva uccidere.