Il pm di Bologna Luca Tampieri ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex comandante dei vigili del fuoco di Bologna T.L. e per altri tre colleghi (un funzionario e due coordinatori dei soccorsi), accusati di omicidio colposo e lesioni colpose per l’incendio scoppiato la mattina di Natale 2006 in un appartamento in via Siepelunga, in cui morì un uomo di 81 anni, mentre la moglie e il figlio rimasero seriamente feriti.
Nel marzo scorso il gip Mirko Margiocco aveva disposto l’imputazione coatta dopo aver respinto per la seconda volta la richiesta di archiviazione avanzata dal pm.
Secondo l’accusa, T.L. avrebbe omesso, per quanto di sua competenza, di predisporre attività diretta alla manutenzione ordinaria e periodica nonchè alla verifica del corretto funzionamento ed adeguatezza dei mezzi di soccorso. In particolare, per l’accusa, per aver utilizzato come prassi per la verifica del corretto funzionamento dei mezzi quella di demandare la valutazione ai singoli operatori responsabili di ciascun mezzo e strumento all’inizio del turno, con prove pratiche inadeguate per tempi e modi a garantirne l’uso corretto per la durata del turno e inidonee a riscontrare lo stato di usura.
Agli altri tre l’accusa imputa di aver omesso di verificare il corretto funzionamento dei materiali usati, di inviare sul posto mezzi ulteriori per prestare soccorso in modo coordinato e convergente con quelli già inviati, di predisporre misure alternative per il salvataggio delle persone, come il materasso pneumatico per attutire la caduta dall’alto di chi non aveva altre via di fuga visto il propagarsi delle fiamme.
Quella mattina durante i soccorsi ci furono vari problemi: l’autoscala si bloccò mentre stava salendo verso il balcone dell’ultimo piano dove si trovava il figlio della vittima, che alla fine fu costretto a lanciarsi senza avere la possibilità che la caduta fosse attutita, e ora si trova in carrozzella. Nell’incendio riportò lesioni gravissime anche la moglie della vittima. Inoltre, il carroteli (mezzo speciale che contiene anche il materasso gonfiabile) arrivò circa 15 minuti dopo l’allarme di un cittadino; ci fu la rottura del naspo, cioè il tubo di gomma dell’autopompa, e non funzionarono bene le manichette (le congiunzioni tra i tubi).
Ad entrambe le richieste di archiviazione si erano opposti i difensori della famiglia.