L’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna sarà impegnata prossimamente a discutere una Risoluzione con la quale si chiede al Ministero degli Interni di costituire – anche nella nostra regione – una Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia.

Una richiesta che senz’altro va sostenuta e che, ci auguriamo, sarà accolta all’unanimità dall’aula del Consiglio regionale.

Nella lettura delle ultime relazioni semestrali elaborate dalla DIA si trovano ampiamente esplicitate le ragioni che sostengono la necessità e l’urgenza di questa scelta, sia dal punto di vista organizzativo ed operativo, sia da quello più direttamente investigativo.

L’Emilia Romagna rappresenta, da tempo, un indubbio polo d’attrazione per affari, lavoro ed investimenti, ed è territorio appetibile anche per le diverse organizzazioni malavitose per infiltrare e radicare attività illecite e riciclare capitali.

A fronte di questa realtà vi è una palese constatazione che dovrebbe imporre la rapida costituzione, finalmente anche in Emilia, di un’articolazione strutturata della DIA.

Osserviamo che nell’intero panorama nazionale, sommando le strutture territoriali della DIA oggi esistenti e che consistono nei dodici (12) Centri Operativi e nelle ulteriori sette (7) Sezioni Operative, si vede una dislocazione organizzativa presente in ben 19 realtà territoriali ed , in particolare, in TUTTE le regioni del Nord Italia , con l’unica eccezione dell’Emilia !

C’è stata, in passato, una ragione plausibile per determinare una simileeccezione da parte dei precedenti governi? Il ministero può oggi esplicitare tali motivazioni? Le ragioni di tale diniego sono ritenute ancora plausibili ed attuali?

Siamo in presenza di un presunto “federalismo regionale a rovescio” che rischia di depotenziare la lotta a quella malavita in economia, speciequella che appare “pulita”, che agisce e trova connivenze nel mondo delleimprese, del credito e di talune professioni, anche in Emilia.

I recenti dati, le riflessioni e gli spunti investigativi proposti dalla DIA e dalle Procure emiliane, suggeriscono l’esatto contrario.

E’ noto, per di più, che il Consiglio Regionale ha recentemente approvato alcuni provvedimenti legislativi fortemente innovativi, per promuovere la legalità e trasparenza nei settori dell’edilizia, degli appalti pubblici e dei lavori privati; per migliorare la sicurezza nei cantieri,contrastare il lavoro nero e la concorrenza sleale ; oltre che finanziare con tre milioni, progetti specifici di Comuni e Province in materia di legalità e sicurezza.

Anche queste concrete iniziative in ambito regionale, richiamano e sollecitano il riconoscimento in Emilia dell’ulteriore tassello di una struttura investigativa della Procura Antimafia, quale ulteriore strumento capace di alzare il coordinamento investigativo e l’efficacia dellebarriere preventive antimafia.

(Franco Zavatti, Cgil Modena – coordinatore Dipartimento Legalità e Sicurezza Cgil Emilia-Romagna)