La nostra Galleria Estense è, a detta di molti esperti, una piccola perla per la quantità di opere d’arte di pregio in essa esposte, e in essa conservate. Eppure perfino i modenesi faticano a sapere dove sia e come visitarla. Con le dovute proporzioni provare a chiedere dove sono gli Uffizi a Firenze o la Pinacoteca di Brera a Milano e poi vedrete cosa accade. Forse in questo grossolano confronto sta una parte della spiegazione della diminuzione significativa di visite, a partire da una cifra che di per sé non si può definire enorme.
Eppure negli anni i soldi per tante piccole manifestazioni scarsamente frequentate, cicli di conferenze di dubbio interesse, patrocini per eventi di cui non si sentiva la mancanza, non sono mai mancati. Certamente la macchina del consenso passa anche da questi finanziamenti, che però sono stati tolti a quei patrimoni culturali che davvero avevano la possibilità di muovere i grandi numeri. Siamo al paradosso che all’esterno della Galleria non c’è neppure della cartellonistica adeguata a spiegare che si trova lì buona parte del patrimonio artistico della città.
C’è poi da stupirsi se veniamo ignorati da mostre di prestigio come quella di Venaria? Siamo i primi a ignorare noi stessi. Eppure di vocazione turistica della città ho sentito spesso parlare, da questa stessa Giunta. Ma quale turismo, se le mete possibili sono ignote ai più? La battaglia per far riconoscere il Ducato dalla Mostra di Venaria sta avendo anche questo di effetto positivo: riaccendere la luce su quello che negli anni è stato trascurato.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)