Il dibattito successivo alla presentazione della relazione del difensore civico Giuseppe Ferorelli, avvenuta lunedì 7 febbraio nella seduta del Consiglio comunale di Modena, è stato aperto da Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it), che ha espresso apprezzamenti nei confronti dell’istituzione e dell’operato “efficace ed efficiente” del difensore. Ma, a parere del consigliere, “il posto dovrebbe essere assegnato attraverso un bando pubblico oppure il difensore non dovrebbe percepire emolumenti, poiché la figura attualmente individuata percepisce già un’adeguata pensione”. Il consigliere si è rivolto quindi alle Amministrazioni comunale e provinciale “affinché prendano in considerazione il problema”.

Non si è detto d’accordo Sergio Celloni (Mpa), che ha insistito sul valore istituzionale del difensore in una società basata sui diritti e ha precisato: “A ricoprire il ruolo dovrebbero essere persone di una certa esperienza, come un prefetto o un presidente di tribunale”. Inoltre, il consigliere ha insistito sulla necessità di promuovere maggiormente l’esistenza del difensore e di rafforzarne il ruolo, “poiché i costi della politica non si risparmiano tagliando assessori, sindaci, consiglieri o difensori civici; gli sperperi sono ben altri”. Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha ringraziato Ferorelli “per la proficua attività svolta e per la relazione consegnata”. E ha evidenziato che “le richieste dei cittadini riguardano, in particolare, i settori Politiche sociali e abitative, Polizia municipale e società che forniscono servizi, come Hera, Acer, Atcm” e che il difensore ha un ruolo di collegamento tra Amministrazione e cittadini, ma al tempo stesso ha il compito di sollecitare l’Amministrazione. “Probabilmente – ha aggiunto Morandi – dovrebbe essere dotato di maggiori poteri, poiché davanti ad un problema giuridico, l’unica possibilità resta ricorrere al Tar. Infine, il consigliere ha suggerito la possibilità di promuovere l’esistenza del difensore anche attraverso il giornale del Comune. Una proposta condivisa da Sandro Bellei che ha puntualizzato: “Gli interventi del difensore civico sono stati 180, uno ogni mille abitanti, quindi il rapporto mi pare ancora insufficiente, nonostante la campagna d’informazione realizzata dallo stesso Ferorelli nel marzo 2010 attraverso cartelli affissi negli uffici comunali. Per cui – ha concluso – invito anche il Consiglio comunale a diffondere nella cittadinanza in tutti i modi possibili la conoscenza del difensore civico”.

Ha parlato di “ruolo fondamentale di interfaccia tra Amministrazione e cittadino” la consigliera dell’Italia dei valori Eugenia Rossi che, entrando nel merito della relazione, si è chiesta se “l’aumento dei casi segnalati sia dovuto ad una maggiore conoscenza da parte dei cittadini della figura del difensore o ad un effettivo aumento delle divergenze con l’Amministrazione”. Rossi ha, inoltre, rilevato che, rispetto al passato, “le criticità sono aumentate nei settori ambiente e lavori pubblici; addirittura raddoppiate quelle con Hera, il cui malfunzionamento è sotto gli occhi di tutti, mentre sono in calo nei confronti della Polizia municipale”. Anche la consigliera ha, infine, sottolineato la necessità di promuovere la conoscenza del difensore civico.

In sede di replica, rispondendo all’osservazione del consigliere Ballestrazzi sul riferimento all’indebitamento del Comune nella relazione, Giuseppe Ferorelli ha spiegato che “la legge identifica nel difensore civico colui che vigila sull’imparzialità e il buon andamento dell’Amministrazione comunale e in questo rientra anche il livello di indebitamento del Comune”. In risposta allo stesso consigliere ha inoltre rimarcato che “per Statuto a ricoprire il ruolo deve essere una persona di esperienza”.

Anche il sindaco Giorgio Pighi, concludendo il dibattito, ha ribadito l’opportunità del riferimento al debole indebitamento del Comune “che dovrebbe portare a ottenere un alleggerimento del patto di stabilità. E’ in gioco un fattore di equità – ha sottolineato – che ci permetterebbe di intervenire nel merito di alcune situazioni”. Infine, Pighi ha evidenziato l’importanza che la figura del difensore civico non sia inserita formalmente in una filiera giuridica, insistendo sulla sua funzione di conciliazione.