Il Dr Garzillo, il 25 settembre 1997, in risposta a nota del Comune di Spilamberto, riguardante un intervento di adeguamento nel Centro Sportivo di via Tacchini, dice “…. Si comunica che l’ufficio scrivente (Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali) non ritiene che l’edificio in oggetto…abbia i requisiti di interesse storico ed architettonico ai sensi degli art.1-4 della legge 1089/39…ecc”- (parliamo degli edifici collegati al campo di calcio).

Questo a testimoniare che le preoccupazioni del presidente di Italia Nostra- Sezione di Spilamberto sono infondate.

Inoltre, abbiamo una lunga e fruttuosa abitudine a collaborare con le Soprintendenze, lo abbiamo fatto nel caso dei lavori di scoperta della chiesa di san Bartolomeo, nella tutela del convento degli Agostiniani, nel recupero di Santa Maria degli Angioli, nel recupero di Rocca Rangoni, nell’allestimento della mostra dedicata ai Longobardi, nella conservazione del patrimonio del nostro Antiquarium. Quello che ci lascia molto perplessi è che, in tutti questi momenti di valorizzazione del nostro patrimonio, culturale ed archeologico, che hanno coinvolto associazioni e cittadini, Italia Nostra, Sezione Spilamberto sia stata assente se non ostile, mentre noi ci augureremmo di averla a fianco.

Il progetto “di massima” relativo al Bonetti, è solo uno e non il più importante dei “pezzi” del lavoro di riqualificazione del nostro Centro Storico, di cui si è parlato in Consiglio Comunale, che era presente nel programma elettorale del 2009 e su cui continueremo a confrontarci con i cittadini sulla base di uno studio serio, eseguito professionalmente, proprio a supporto del dibattito ancora in corso.

E sarà una proposta precisa e concreta che sottoporremo alla Soprintendenza, visto che è questo che la stessa richiede, certo non suggestioni o velleità né, tantomeno, ragionamenti sui massimi sistemi.

Resta da interpretare l’accanimento contro il nostro Comune, da parte di Italia Nostra- Sezione di Spilamberto, che si estende perfino contro i sostenitori della mostra dedicata ai Longobardi. Posto che, quando si fa polemica dura sulle persone, sarebbe necessario maggiore rigore nei fatti che si raccontano: i “cavatori” non hanno pagato 152 mila euro per la mostra, ma il loro, pur generoso contributo, è di 50.000.

Nel momento in cui tutto il mondo della cultura e della politica colta si chiede come sostenere i costi della cultura e, anzi, farla diventare occasione di sviluppo, perché i cavatori non dovrebbero finanziare l’archeologia, essendo la loro un’attività legale e regolamentata e, soprattutto, chi si ritiene essere “degno” di versare soldi a titolo gratuito al Comune: liberi professionisti? Tutti? Commercianti? Di quali materiali o manufatti? Imprenditori? Di quali settori? Ce lo dica il Presidente di Italia Nostra- sezione di Spilamberto.

Crediamo che il conflitto di interesse e il cattivo gusto stiano davvero da un’altra parte!

(Francesco Lamandini, Sindaco di Spilamberto)