A volte le notizie sembrano incredibili, come in questo caso, ma dopo approfondite verifiche, risulta purtroppo tutto vero.
Mi riferisco alle finali nazionali dei giochi sportivi studenteschi che si sono svolte questo week end (19-20 marzo) a Nove (Vi) e che non hanno visto la partecipazione degli studenti disabili, a causa di una misura senza precedenti da parte del Ministero dell’Istruzione. Questi giochi sono da sempre un simbolo di unità ed integrazione per tutti i giovani. Quest’anno però, con una triste nota del ministero (la n. 1741 del 22 febbraio u.s.), con cui si definiscono le modalità di iscrizione per le Finali Nazionali dei Giochi della Gioventù 2011, per la prima volta, gli studenti e le studentesse diversamente abili sono stati esclusi. Tale esclusione non avviene per affermazione esplicita contenuta nel testo della nota medesima, bensì dall’assenza, tra gli allegati, dei moduli abitualmente previsti per gli studenti disabili. E non si tratta di una dimenticanza!
A seguito di un’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata del PD Manuela Ghizzoni, il Ministero si è giustificato, affermando che dall’anno scolastico 2009/2010 le Finali si svolgono nelle discipline organizzate dalle rispettive Federazioni sportive, a proprio totale carico e che tale decisione deriva da precisi accordi fra il Ministero e il Coni, scaricando implicitamente la colpa sul Coni e sul Comitato Italiano Paralimpico, che ogni anno dovrebbe decidere in quali discipline far partecipare gli studenti disabili.
Peccato però che a questi soggetti i fondi siano poi stati tagliati e che per il triennio 2010-2013 non sia stato previsto alcun finanziamento nei confronti del Comitato Italiano Paralimpico per le sue attività. Anche questa una dimenticanza o una coincidenza?
La smentita da parte del Ministero risulta molto debole e nega l’evidenza dei fatti.
Tutto questo conferma quanto l’agire di tale Governo sia improntato ad essere forte con i deboli e debole con i forti, con il risultato di aumentare le disuguaglianze e mettere in discussione i diritti costituzionali. Tale atteggiamento non fa che “seminare” atteggiamenti discriminatori nella società e con esso il Governo viene meno ai dettami della Costituzione, anzitutto dell’art. 3 che sancisce, tra le altre cose, che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Colpisce il silenzio sotto il quale si voleva far passare inosservata tale decisione, così come colpisce il fatto che un Governo agisca in modo tale da umiliare tanti studenti e studentesse e le loro famiglie anziché sostenerli e camminare con loro.
Come Istituzioni locali ci batteremo sempre con ogni mezzo, come fatto fino ad oggi, affinchè qualsiasi condizione personale non costituisca un ostacolo allo sviluppo della sfera umana, alla crescita culturale ed educativa dei nostri ragazzi ed affinchè tale diritto sia sancito anzitutto all’interno della Scuola e anche grazie ad essa.
Purtroppo non mi resta che constatare quanto questo atto sia coerente con i tanti tagli alla scuola, che stiamo subendo in questi anni, come se il diritto all’istruzione non fosse un bene comune.
Negli ultimi anni a Reggio Emilia la presenza di alunni disabili ha conosciuto una crescita costante, confermata anche nel corrente anno scolastico, quando gli studenti disabili certificati hanno superato le 2.000 unità, pari al 2.6 % della popolazione scolastica. In febbraio abbiamo deliberato 119.800 euro per il sostegno ai ragazzi disabili, oltre ad aver attivato anche quest’anno il progetto tutor che permette di inserire nelle scuole superiori della provincia 198 ragazzi – per un impegno complessivo di 158.400 euro – che svolgono funzioni di aiuto e tutoraggio ad altrettanti ragazzi disabili, a supporto dell’attività dei docenti di sostegno che sono in media uno ogni due ragazzi. Nel corrente anno scolastico a fronte di un aumento dei ragazzi nella scuola pubblica di 228 unità, i docenti sono aumentati solo di 83 unità.
Mi sento indignata e offesa per un atto discriminatorio così grave ed inaccettabile ed esprimo solidarietà e vicinanza ai ragazzi e alle famiglie così duramente colpite nei loro diritti.
(Ilenia Malavasi, Assessore all’istruzione Provincia di Reggio Emilia)