”Lo avevamo anticipato qualche giorno fa, prospettando per il PD un gran finale a torte in faccia per le nomine di Hera. I compagni, però, questa volta, hanno fatto ancor meglio, concludendo le “trattative” per le nomine degli “eletti” al vertice della multiutility nostrana con un agguerrito lancio di stracci, pentole e ferri da stiro. Ennesimo impietoso spettacolo di cui la città avrebbe fatto volentieri a meno. Dove sono finite tutte le belle parole spese sulla necessità di arrivare a nomine limpide, basate esclusivamente sulla meritocrazia, con le quali si prometteva di mettere rigorosamente da parte le ideali guerre tra correnti e correntoni? Si sono rivelate, ancora una volta, e senza tema di smentita, pura aria fritta”.

Lo afferma in una nota il Vicepresidente provinciale del PDL Enrico Aimi intervenuto in una nota per commentare “le parole di fuoco che il segretario provinciale del PD Davide Baruffi ha rivolto al sindaco Pighi bollandolo sprezzantemente come “fuori sintonia rispetto alla città” e imputandogli addirittura “problemi di relazione”.

Era certamente chiaro a tutti come, nella stanza dei bottoni di Piazza Grande – ma anche nello stesso partitone – qualcuno fosse sempre più sideralmente distante dai problemi del “pianeta” Modena. Difficilmente, però, ci saremmo aspettati che, dalle finestre di via Scaglia ove oggi ha sede la direzione provinciale del PD, partisse una mattonata direttamente verso lo scranno più alto della Giunta modenese. Non possiamo quindi non prendere atto che il Partito Decadente (Sabattini dixit) ha ufficialmente scaricato – ed anche brutalmente – il proprio sindaco. Certo, i terra aria di replica non tarderanno ad arrivare. Così, come non è da escludere un’auspicabile chiamata anticipata dei modenesi alle urne. Di questo passo, infatti, sarà molto più difficile andare avanti. Lo diciamo da tempo e continuiamo a ribadirlo: Modena, in pericolosa marcia indietro a tutto gas, rischia di schiantarsi nel baratro.

E chi dovrebbe governare la città, cosa fa? Si comporta idealmente – ha concluso Aimi – come i quattro bei capponi di Renzo Tramaglino, protagonista de I Promessi sposi, che, legati per i piedi e a testa in giù, continuavano a beccarsi tra di loro senza sosta, ignari del destino che li attendeva”.