Nel febbraio scorso si è tenuto il 6° congresso della Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie (Filef) di Reggio Emilia, associazione di volontariato nata negli anni ’70 per assistere, aiutare e orientare i lavoratori italiani emigrati all’estero, alla quale oggi aderiscono 102 associazioni di migranti in tutta la provincia.
In seguito alle nuove sfide proposte anche a Reggio Emilia dal fenomeno migratorio, da alcuni anni la Filef ha intensificato le iniziative finalizzate all’inclusione dei cittadini stranieri nel tessuto sociale della città, che con lungimiranza l’associazione reggiana iniziò a promuovere già nei decenni scorsi. Tra queste, il nuovo progetto “Integrazione tra rivalutazioni delle proprie culture e nuovi cittadini”, sostenuto dal Comune di Reggio Emilia nell’ambito del bando ‘I Reggiani per esempio’, che è stato presentato oggi alla stampa dall’assessore alla Coesione e Sicurezza sociale Franco Corradini, dalla presidente della Filef di Reggio Emilia Laura Salsi e dai responsabili dell’associazione Nadia Nacihi (vicepresidente), Armando Addona e Fiorella Gobbi.
“Le iniziative promosse per il 2011 dalla Filef di Reggio Emilia – ha detto Corradini – consentono di realizzare sinergie con le azioni promosse dall’assessorato comunale alla Coesione e Sicurezza sociale che ne aumentano l’incisività. È importante che il mondo del volontariato proponga attività complementari a quelle delle istituzioni cittadine, in particolare sui temi della lotta alle discriminazioni, dell’apprendimento della lingua italiana e della mediazione sociale. È per questo che il progetto della Filef ha trovato il nostro sostegno attraverso il bando I Reggiani per esempio”.
Il progetto intende promuovere, in collaborazione con le istituzioni locali, politiche di inclusione sociale, ascolto, confronto, conoscenza, promozione di regole uguali per tutti, per prevenire fenomeni di esclusione ed emarginazione che possono, nel tempo, minare la tenuta del tessuto sociale delle comunità.
Le iniziative che saranno promosse con il progetto Integrazione tra rivalutazioni delle proprie culture e nuovi cittadini riguarderanno diversi ambiti. Saranno infatti organizzate attività culturali, con scambi di conoscenze degli usi e costumi del nostro e di altri Paesi, mostre e concorsi fotografici, attività editoriali; corsi di lingua italiana per immigrati, corsi di lingua madre per i figli degli immigrati, corsi di computer; attività ricreative e sportive; attività di inclusione sociale e uno Sportello informativo, aperto nella sede di via Piccinini 8/A il lunedì, dalle 18 alle 20, e il sabato, dalle 9.30 alle 12.30.
Commentando le numerose iniziative promosse, Salsi ha ricordato in modo particolare quelle rivolte ai giovani e alle donne e la prossima intitolazione di un parco in Albania alla memoria dello storico fondatore della Filef reggiana Dante Bigliardi.
Tra le iniziative più innovative illustrate oggi (v. allegato), i corsi di lingua italiana tenuti dai giovani di ‘seconda generazione’ ai nuovi immigrati e la creazione di un orto nel quale saranno coltivati prodotti delle tradizioni culinarie di altri Paesi, difficili da reperire in Italia.
La Filef di Reggio Emilia è un’associazione di volontariato fondata (tra gli altri, da Carlo Levi) nei primi anni ‘70 per fornire assistenza e aiuto agli emigrati italiani all’estero. Si caratterizzò principalmente per la creazione nei nuovi luoghi di lavoro di organizzazioni, diventate negli anni punto di riferimento di tutti gli emigrati, non solo italiani.
Con l’arrivo dei primi migranti, alla fine degli anni ’70, la Filef di Reggio Emilia ha rivolto la propria attività anche verso questi cittadini, proponendo loro la costituzione di proprie associazioni. Questa intuizione dell’allora presidente Dante Bigliardi, che partiva dall’esperienza della nostra emigrazione all’estero, ha dato i sui frutti e in seguito quasi tutte le etnie hanno costituito associazioni, che oggi sono punto di riferimento per gli immigrati e le istituzioni.
A fianco delle associazioni etniche, che svolgono un’attività di socializzazione e integrazione con momenti culturali e di festa, Filef ha contribuito a dare vita anche ad associazioni sportive. Attraverso lo sport, Filef ha creato un circolo virtuoso che ha dato ottimi risultati e oggi i ragazzi che ne fanno parte sono inseriti nel tessuto sociale della città.
Sulla base di questa esperienza, lo stesso progetto è stato avviato da alcuni anni con residenti nei campi nomadi di Reggio Emilia, promuovendo la creazione di una squadra di calcio, diventata in seguito un’occasione di riscatto per tanti che avevano avuto esperienze di vita negative. Questa esperienza ha consentito di dare vita, all’interno di altri campi nomadi, di diverse altre squadre che oggi coinvolgono diverse centinaia di giovani.
Con le associazioni etniche, Filef promuove inoltre corsi di lingua madre per i ragazzi che frequentano la scuola italiana e corsi di italiano per donne e ragazzi immigrati, corsi di musica, computer e di sostegno al conseguimento della patente.
Con alcune etnie è stata promossa la nascita di diversi gruppi musicali che, oltre a partecipare alle feste delle rispettive comunità, sempre più spesso sono invitati alle manifestazioni che si svolgono in città.
L’attività verso i giovani immigrati di seconda e terza generazione è stata invece caratterizzata da corsi di lingua madre.
Secondo la Filef, fare in modo che i giovani possano frequentare i luoghi di ritrovo crea i presupposti di una società tollerante, solidale che combatta il rischio del disagio e della frammentazione sociale. Esemplare è una piccola esperienza nella zona di Correggio e Rio Saliceto, dove un gruppo di immigrati ha dato vita a corsi di insegnamento di cricket, frequentati da ragazzi anche italiani.