«L’economia del territorio emiliano-romagnolo per sua connotazione “naturale” deve poter contare “strutturalmente” su un sistema stradale che riesca a fornire i collegamenti necessari alla movimentazione e allo spostamento delle merci, garantendo un livello qualitativamente alto degli stessi collegamenti».
Queste le parole del presidente di Confapi pmi Modena Dino Piacentini a margine del convegno sul “Nuovo piano nazionale della logistica 2011-2020” tenutosi oggi in Camera di Commercio.
«È fondamentale – puntualizza Piacentini – sottolineare in primis la centralità delle reti di trasporto locali, snodi nevralgici per il transito internazionale delle merci. Non parliamo solo di prodotti finiti che partono dalla nostra regione per raggiungere l’Italia e l’Europa, ma anche di materie prime che permettono alle nostre aziende di lavorare».
«Quello della viabilità – continua il presidente Confapi pmi – costituisce senza ombra di dubbio uno dei temi cruciali che è necessario affrontare in tempi brevi ed in maniera sinergica per iniziare un percorso di sviluppo territoriale che ragioni in termini di area-vasta, partendo dalle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, proiettando la nostra regione in una dimensione internazionale. Essere al centro dell’Europa è una condizione che conferisce al nostro territorio potenzialità enormi che devono ancora trovare la strada per diventare concrete. E’ una scommessa importante a sostegno di una maggiore competitività, dell’apertura verso nuovi mercati, che guarda ad una dimensione che va oltre i confini italiani, dimensione per la quale l’impresa modenese è già pronta da tempo».
«È ben noto – prosegue Piacentini – come la logistica arrivi a incidere sul costo di un manufatto per circa il 30 per cento. Il completamento delle opere già iniziate e una nuova fase di pianificazione e progettazione per il futuro renderebbe dunque possibile un significativo abbattimento dei costi, delineando nuove prospettive di sviluppo economico per il mondo imprenditoriale, con evidenti benefici per l’intera collettività. In quest’ottica non rientra però solo la realizzazione delle strade. Anche il trasporto ferroviario deve entrare a far parte di un programma di sviluppo integrato per il settore delle infrastrutture. Tornando alle opere centrali nel dibattito di Modena e provincia, la Cispadana rappresenta sicuramente un modello da seguire. L’autostrada regionale costituisce una grande opportunità per il nostro territorio, attesa da cittadini e imprenditori già da molto tempo. Il completamento della bretella Campogalliano-Sassuolo e il collegamento con lo scalo merci di Marzaglia costituirebbero un altro passo importante nella direzione dell’interconnessione infrastrutturale. Sul fronte del trasporto aereo, da tempo sosteniamo l’esigenza di una razionalizzazione che punti a ottimizzare il servizio emiliano-romagnolo, concentrando il traffico sull’aeroporto di Bologna attraverso il potenziamento delle reti stradali con le altre province. In un’ottica di sviluppo internazionale, va poi ribadita la necessità della realizzazione del collegamento Modena-Lucca. Costruire una rete, stradale o ferroviaria, che consenta di raggiungere, per fare un esempio, da Sassuolo il porto di Livorno in 50 minuti, ritengo comporti un vantaggio considerevole. Questa connessione permetterebbe infatti di connettere non solo le imprese emiliane, ma anche quelle del nord-est d’Italia e quelle dell’Europa centrale e dell’est che, attraverso il Brennero, potrebbero raggiungere nuovi mercati oltre il Mediterraneo».
«Ed è proprio l’impresa – conclude il presidente di Confapi pmi Modena – che sente la necessità di partecipare attivamente a questo percorso, attraverso la pratica sempre più diffusa del project financing, che permetterebbe di seguire i tempi dell’economia solitamente più rapidi di quelli delle istituzioni. Un impegno che ci auspichiamo veda le forze imprenditoriali operare in sinergia con le stesse istituzioni e gli enti preposti, sia a livello di pianificazione che a livello di gestione delle opere».