“Asini, muli, corvi e maiali”, la mostra storica che raccoglie la satira tra stato e religioni dal 1848 ad oggi, aprirà i battenti domani, mercoledì 13 aprile alle 17, a palazzo Casotti in piazza Casotti. L’evento segna l’avvio delle Giornate della Laicità, dal 15 al 17 aprile a Reggio Emilia, promosse da Iniziativa Laica, Arci e Micromega.

La mostra consiste in una ricognizione panoramica dedicata alla satira illustrata italiana sui rapporti fra Stato e Chiesa, a partire dalle sue origini, per proseguire con gli autori e le testate più rappresentativi di 150 anni di storia. È un modo di ritornare sui momenti più difficili e sugli scontri più accesi tra la cultura laica e quella clericale, attraverso le lenti dell’esercizio artistico della satira illustrata. Si tratta di un’esposizione che mostra, attraverso uno sviluppo cronologico e tematico, riviste originali d’epoca, disegni originali e riproduzioni che raccontano la lotta politica e delle idee da una prospettiva di parte che non è mai stata analizzata e studiata a fondo, con l’obiettivo di capire la differenza tra l’esercizio retorico della satira anticlericale e la buona fede e le ragioni dei satirici laici. Inoltre, molte delle illustrazioni sono da considerarsi anche sotto l’aspetto artistico, oltreché sotto quello della comunicazione politica. Una sezione della mostra è dedicata alle confessioni religiose minoritarie storiche del nostro Paese (ebraismo e protestantesimo).

Disegni originali e riproduzioni che raccontano la lotta politica e delle idee da una prospettiva di parte che non è mai stata analizzata e studiata a fondo, con l’obiettivo di capire la differenza tra l’esercizio retorico della satira anticlericale e la buona fede e le ragioni dei satirici laici.

La satira politica illustrata ha svolto una funzione importante all’interno dell’evoluzione socio-politica della storia italiana. Non si tratta di un semplice contrappunto, in quanto spesso e volentieri ai giornali satirici e ai loro animatori veniva delegata, sin dalla loro nascita, collocata intorno ai moti del 1848, la funzione di veicolazione e divulgazione dei messaggi politici e delle riflessioni attorno agli accadimenti nazionali ed internazionali. Ogni linea politica trovava nella pubblicazione di un giornale satirico, caratterizzato prima dalla forza e dal limite della diffusione locale e poi della diffusione nazionale, la cassa di risonanza per comunicare con le diverse classi sociali, attraverso la sintesi sferzante della vignetta satirica, colpendo personalmente innanzi tutto gli avversari, irridendone le mosse e mettendoli alla berlina.

La satira sui rapporti fra Stato e Chiesa è stata molto dura, a partire da quella strettamente romana, in stile Belli, del Don Pirlone a quella socialista di Galantara e Scalarini, a quella di segno politico opposto di Sironi, a quella del Don Basilio post-Liberazione, per finire con Dario Fo, Pino Zac, il Male, il Vauro del Manifesto, Giuliano, Altan. Ma sempre si è trattato di colpire l’anima politica e il potere temporale della Chiesa: insomma ciò che si può definire “clericalismo” con tutti i suoi privilegi e i suoi arroccamenti a difesa di un potere temporale che mutava nel tempo e nei modi, ma che resisteva solidissimo.