La Conferenza dei sindaci, riunitasi questa mattina a Palazzo Allende su iniziativa della presidente della Provincia, Sonia Masini, ha deciso di istituire una Unità di crisi per affrontare l’emergenza umanitaria: ne faranno parte oltre alla Provincia – a cui è stato affidato il coordinamento dell’operazione – il Comune di Reggio Emilia e alcuni sindaci in rappresentanza degli ambiti territoriali.
Nel corso della riunione di oggi la presidente Masini, insieme a Luciano Gobbi e Federica Manenti della Protezione civile, hanno inoltre reso noto ai sindaci che il primo contingente di profughi e migranti destinato al Reggiano – come comunicato nella notte dalla Regione sulla base delle nuove indicazioni del Governo – sarà non più di 60, ma di 90 persone, essendo salito da 500 a 769 il numero di stranieri assegnato in questa prima fase all’Emilia-Romagna. Venerdì mattina, quando a Bologna tornerà a riunirsi la cabina di regia regionale, la Provincia di Reggio Emilia dovrà quindi indicare le strutture ed i siti immediatamente disponibili per ospitare a breve – probabilmente già dal fine-settimana – queste 90 persone.
A tal fine, domani pomeriggio sempre a Palazzo Allende, la Provincia – insieme al Comune di Reggio Emilia ed ai rappresentanti delle 7 Unioni di Comuni e della Comunità montana – verificherà quante strutture, tra quelle pubbliche e quelle ricettive private, risultano al momento idonee in tutto il territorio. Tra queste, al momento, pare esserci la casa di accoglienza della Caritas a Gavasseto (con una disponibilità di una decina di posti), ma non il Polo di Protezione civile nell’ex cantiere Tav di Villa Cella. “La struttura, ideale per ospitare 50 profughi, necessita infatti di una serie di lavori che comportano di almeno una decina di giorni di tempo e di un finanziamento di circa 80.000 euro, che abbiamo già richiesto alla Regione e senza il quale non intendiamo procedere – spiega la presidente della Provinicia di Reggio Emilia, Sonia Masini – Se i primi profughi arriveranno prima della concessione del finanziamento e della conclusione dei lavori, al Polo di Villa Cella non potranno che andare le persone del secondo contingente che ci verrà assegnato. Gli Enti locali reggiani, come abbiamo più volte chiarito alla Regione ed al Governo, non intendono infatti sottrarsi a questa giusta e doverosa operazione umanitaria, purché gli oneri finanziari siano a carico dello Stato e non delle comunità locali; venga fatta massima chiarezza sullo status delle persone che dovremo ospitare, siano esse profughi o stranieri con permesso temporaneo di soggiorno; venga ben definita la temporaneità di questa fase di emergenza, di cui devono farsi carico tutte le Regioni, ma soprattutto sia tutelato il diritto di queste persone ad essere accolte, ma anche il diritto alla sicurezza dei reggiani”.
Proprio sul fronte della sicurezza, contatti sono già in corso con la Prefettura di Reggio Emilia, che sta assicurando grande collaborazione e grande impegno anche in questa emergenza. “Ma fondamentale sarà anche il ruolo del volontariato sociale, chiamato ad occuparsi dell’inserimento – non solo nell’immediato, ma anche in un’eventuale prospettiva futura – di profughi e migranti, e del volontariato di Protezione civile, che curerà gli aspetti logistici e operativi dell’emergenza”, conclude la presidente Masini.