Modificare il disciplinare del Lambrusco a Indicazione geografica tipica (Igt). È quanto chiede l’on. Ivano Miglioli, assieme ad altri parlamentari del Pd, in un’interrogazione al ministro alle Politiche Agricole Francesco Saverio Romano.

La Regione Emilia-Romagna ha già formulato una proposta di modifica del disciplinare

di produzione del lambrusco che prevede, tra l’altro, l’obbligo di concentrare tutte

le fasi della lavorazione (tranne l’imbottigliamento) nelle aree geografiche

d’origine, ovvero Emilia-Romagna e province di Mantova e Cremona. La proposta è

stata respinta dal Comitato Nazionale per la tutela delle denominazioni d’origine

controllata e delle indicazioni geografiche tipiche.

“La modifica del disciplinare – spiega l’on. Miglioli – avrebbe impedito che alcune

fasi della lavorazione successive alla pigiatura delle uve potessero essere

effettuate in altre aree del Paese, salvaguardando in questo modo una produzione

tipica da ogni eventuale operazione impropria”.

Il parlamentare modenese chiede dunque “quali provvedimenti il ministro intenda

adottare per salvaguardare un sistema produttivo strategico” in modo tale da

“garantire maggiori ed efficaci tutele in materia di trasparenza alimentare per i

cittadini consumatori”. Affinché questo sia possibile, conclude l’on. Miglioli, è

necessario “garantire che le proposte di modifica del disciplinare di produzione del

Lambrusco IGT siano recepite e rese operative in tempi rapidi”.

Il lambrusco detiene il primato assoluto delle vendite di vino nella grande

distribuzione con 14 milioni e mezzo di litri. Nel 2010 ha fatto registrare una

crescita del 6,1 per cento, in controtendenza rispetto al calo del 0,9% registrato

dal mercato del vino.